Si fermano gli operai, ma non i manifestanti che da giorni ‘sorvegliano’ i lavori di spostamento degli ulivi secolari che affondano le loro radici lungo il tracciato a terra del micro-tunnel. L’espianto è stato possibile solo perché Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza hanno cinturato l’area, aperto un varco ai mezzi e tenuto a debita distanza i NoTap, ma oggi come ieri nel cantiere di San Basilio, bellissima località della marina di San Foca, dove la multinazionale svizzera ha deciso che approderà il gasdotto che porterà in Italia il gas naturale proveniente dal Mar Caspio, non si muove foglia.
Le forze dell’ordine che in tenuta anti-sommossa hanno permesso ai camion di trasportare gli alberi in un sito di stoccaggio, sono sparite. La decisione è stata presa per ragioni legate alla necessità di avvicendamento del personale impiegato nel ‘massiccio’ servizio di ordine pubblico. Torneranno lunedì, forse martedì per permettere la ripresa dei lavori. A conti fatti, restano 73 ulivi da trasportare a Masseria del Capitano.
Sono state parzialmente rimosse anche le barricate, costruite con le pietre dei muretti a secco e rami secchi, per impedire ai mezzi pesanti di raggiungere il cantiere. Giusto lo spazio per far passare le auto dei proprietari dei fondi che si trovano nella zona o eventuali mezzi di soccorso.
Intanto ci si organizza per spostare la protesta anche fuori dalle campagne di Melendugno. Il Movimento Cinque Stelle ha deciso di darsi appuntamento domenica 2 aprile, sul lungomare di San Foca. A guidare il corteo sarà Alessandro Di Battista, in Salento per ribadire il no dei pentastellati alla realizzazione del progetto. Alle 19.30, invece, i riflettori si sposteranno in piazza Sant’Oronzo, dove andrà in scena un ‘presidio’ pacifico e una assemblea aperta alla città.
