​Xylella, incubo abbattimenti. Corte Ue: ‘Bruxelles può obbligare l’Italia a rimuovere gli ulivi infetti’. Via anche quelli sani

La Commissione europea può obbligare l’Italia ad abbattere immediatamente tutte le piante colpite da Xylella fastidiosa. Comprese quelle sane che si trovano nel raggio di 100 metri da quelle infette. Si tratta di una ‘misura appropriata e necessaria’.

Gli ulivi del Salento condannati a morte dalla Xylella fastidiosa potranno essere abbattuti. Stessa sorte toccherà alle piante sane nel raggio di 100 metri da quelle infette.  A stabilirlo è la Corte di giustizia Europea che spegne definitivamente la speranza di poter salvare un patrimonio prezioso diventato, in un sol colpo, il fiore all’occhiello e la croce di questa terra. Di più, Bruxelles può obbligare l’Italia a rimuovere immediatamente gli alberi colpiti dal batterio killer, compresi quelli in buono stato di salute se hanno la ‘sfortuna’ di trovarsi nel perimetro maledetto.  
  
Si tratta – come si legge nella decisione della Corte chiamata in causa dal Tar del Lazio (che aveva sospeso l’ordine di rimozione  – di una «misura proporzionata all'obiettivo di protezione fitosanitaria nell'Unione ed è giustificata dal principio di precauzione, tenuto conto delle prove scientifiche di cui la Commissione disponeva al momento della sua adozione». In altre parole, nonostante non sia stato dimostrato il nesso causale tra il patogeno da quarantena e il disseccamento rapido che ha fatto morire gli ulivi, una correlazione tra le due cose c’è. Ergo, il «principio di precauzione» a cui si appellano può dunque giustificare l'adozione di misure di protezione, anche “estreme” come la rimozione, senza se e senza ma, delle piante infette e di quelle sane nel raggio di 100 metri. Come ciliegina sulla torna, questa decisione non prevede un regime di indennizzi per gli agricoltori.
  
Dopo il colpo al cuore, Lussemburgo indora un po’ la pillola: in caso di nuovi dati scientifici da cui emergesse che non è più necessario procedere all'abbattimento delle piante ospiti, la Commissione potrebbe modificare le misure. Allo stesso modo, sebbene non prevedano un indennizzo ai proprietari, questo non può però essere escluso.
  
La “palla” a questo punto più pericolosa dato che in gioco c’è il futuro di una terra passa nuovamente al Tribunale amministrativo italiano che dovrà rivalutare l'intera vicenda. 



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