Comando dei Carabinieri, il Colonnello Nicodemo Macrì alla guida della provincia

Questa mattina l’insediamento del neo Comandante provinciale, subentrato al posto del colonnello Maurizio Ferla. Macrè¬ ‘Sono sicuro che faremo bene, come ha fatto il mio collega e amico Ferla, continuando il percorso da lui intrapreso’.

Siciliano d’origine, sposato con due figlie e un curriculum ricco di esperienze lavorative, vissute “molto al Sud”. Si è presentato alla stampa, questa mattina, nella sua nuova sede, presso il Comando provinciale dei Carabinieri di Lecce, il colonnello Nicodemo Macrì, subentrato al posto del collega e amico Maurizio Ferla.

Felice ed entusiasta di essere approdato nella splendida terra leccese, i cui cittadini gli hanno già riservato una straordinaria accoglienza. Evidentemente emozionato, ma determinato e desideroso di proseguire il lavoro intrapreso dal col. Ferla, sicuro che con la sua nuova squadra e forte della collaborazione delle altre Forze di Polizia, riuscirà nel suo intento di “far bene”.

Nel corso dell’incontro odierno, il neo Comandante Macrì si è raccontato, ha attraversato le tappe salienti della sua esperienza passata, soffermandosi sugli anni trascorsi a Palermo, dal 1990 al 1994, il periodo caldo delle stragi, su quelli vissuti a Napoli, dopo aver retto la Compagnia di Bologna. È stato a capo del Nucleo Investigativo di Napoli per altri quattro anni, caratterizzati da un’intensa attività volta a contrastare la criminalità organizzata. “Abbiamo gestito, come Reparto – ha spiegato il Comandante Nicodemo Macrì – la famosa faida di Scampia, catturandone tutti i boss, fino al capo Paolo Di Lauro, preso tre giorni prima che andassi via”.

Poi nel territorio modenese e ancora, per quattro anni, alla guida del Comando provinciale di Ragusa “terra barocca come Lecce; splendidi luoghi, toccati, però, dalla criminalità”.
Ultima esperienza “importante e significativa al pari delle altre – ci tiene a sottolinearlo il col. Macrì – quella di  capo Ufficio Personale presso la Scuola Ufficiali Carabinieri in Roma”.



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