‘Viviamo in condizioni giunte allo stremo. Ci aiuti Presidente’. 10 famiglie di Trepuzzi scrivono a Mattarella

Con una lettera indirizzata al Capo dello Stato, dieci nuclei familiari del comune del Nord Salento chiedono aiuto al Presidente della Repubblica. Tra loro c’è chi non ha da mangiare e vive senza luce e acqua in casa.

Una lettera aperta al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Una missiva indirizzata al Capo dello Stato per portarlo a conoscenza della gravissima situazione di indigenza in cui si è costretti a vivere e per chiedere un aiuto.

È quanto fatto da dieci famiglie di Trepuzzi che, nella giornata di ieri, hanno preso carta  e penna e hanno deciso di scrivere all’Inquilino del Quirinale per chiedere un incontro. Si tratta delle famiglie Accogli, Miglietta, Milanese, Prima, Perrone, Metrangolo, Fiorello Accolgi, Perulli e Negro.

Nonostante le notizie che in questi giorni si leggono e si ascoltano secondo cui la situazione economica in Italia sarebbe in ripresa e, da quanto dichiarato da alcuni esponenti del Governo, la recessione sarebbe alle spalle, sono tanti, tantissimi  i cittadini che ancora devono fare i conti con la povertà. Persone che non hanno i soldi per poter mettere insieme il pranzo con la cena e che sono costretti a doversi arrangiare per vivere in condizioni minime.  

Il Contenuto dell’epistola inviata dalle dieci famiglie salentine sembrerebbe avvalorare quest’ultima tesi. Da quanto si legge, infatti,  la situazione esistenziale di queste persone sarebbe arrivata allo stremo sotto tutti i punti di vista.

C’è chi non ha nulla da mangiare, chi vive senza la luce in casa perché impossibilitato a pagare la bolletta, chi non ha acqua nella propria abitazione perché moroso.

Da qui arriva la richiesta formulata al Capo dello Stato: “Signor Presidente, solo Lei che è meridionale come noi ci può capire. Le chiediamo di intervenire personalmente presso le istituzioni locali della nostra regione, la Puglia, per far sentire la nostra voce fino adesso inascoltata da tutti”.

Inoltre arriva un’altra richiesta: quella, cioè di poter essere ricevuti insieme ai figli al fine di poter meglio portare a conosce la grave condizione: “Infine, se sarà possibile, le chiediamo in un giorno che andrà bene per Lei, di riceverci con i nostri bambini, nella sua casa, il Quirinale, per poter meglio comprendere le nostre istanze. Grazie”.



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