Il calcio è un fenomeno di costume, come diceva Pier Paolo Pasolini “il calcio è un linguaggio”. Il calcio può essere, come ogni altro sport, rappresentativo della vita, dei duri allenamenti che vengono ripagati col successo, ma anche delle amare sconfitte immeritate. Il calcio non è solo un palcoscenico per le squadre e per gli atleti, ma è anche la casa di alcune delle tifoserie più appassionate e vibranti. Questi gruppi di tifosi, con le loro coreografie spettacolari, canti indimenticabili e fedeltà incondizionata, formano il cuore pulsante degli stadi, rendendo ogni partita un’esperienza elettrizzante.
Questa volta non parleremo di calcio giocato ma di calcio visto e vissuto dagli spalti, da coloro che supportano con il tifo la propria squadra del cuore, tanto da essere definiti “il dodicesimo uomo“. Spesso fuori dai riflettori, anche se per loro si tratta di una vera fede calcistica legata al territorio che rappresentano e a una città che vive e respira calcio per 365 giorni all’anno.
Stiamo parlando del Club Fedelissimi di Nardò intitolato alla memoria di Sergio Orlando, icona del calcio neretino, capitano ed emblema dei più alti valori umani. Alla pari di un esame universitario brillantemente superato, il club della tifoseria organizzata neretina taglia il traguardo dei trent’anni della fondazione. Un traguardo storico, autentico, come la bellezza del percorso tracciato, che nessuna penna può sintetizzare in poche righe, perché è il vissuto di tantissime pagine, sempre diverse ma ricche di gioia, scritte con l’amicizia e la passione coltivata in parallelo alla maglia granata, forza motrice di questa tappa. Dal 1993 ad oggi sono trascorse tre decadi nelle quali, attraverso lo sport, si è amato e coccolato la città, osservandola e supportandola, vedendola crescere senza mai farsi da parte, mettendo a disposizione la forza del gruppo. Quel gruppo che ha mantenuto la sua essenza, perché in tanti sono gli stessi di trent’anni fa. Quel gruppo che, sebbene non più giovanissimo, conserva lo spirito e la gioia dello stare insieme.
Il Club Fedelissimi non è il classico sodalizio dopolavoristico, ma un riferimento di arcigna sicurezza per tutti coloro che guardano al calcio cittadino. Tante le coreografie realizzate soprattutto quando l’età sosteneva la passione con la forza della spensieratezza, e tante le iniziative per la città con la solidarietà come unico disinteressato obiettivo.
«Non sappiamo se esistono altre realtà italiane così longeve – dichiara il presidente del Club Fedelissimi, Massimo Lepore – che hanno condiviso la propria strada con una realtà calcistica per lo più spesa in quarta serie. Trent’anni a braccetto col Nardò calcio, non certamente con i grandi Club della Serie A. Questo è il vero miracolo, che si concretizza grazie ad un gruppo meraviglioso, allo stesso tempo soci e amici. La sede nel centro storico un riferimento sportivo e culturale per la città e i tanti turisti di passaggio, una guida turistica e sportiva aggiunta. Il Club Fedelissimi continua a tracciare fiero la sua storia, a scrivere le sue pagine. Ogni giorno, dal socio più anziano novantenne, ai giovani che con soddisfazione si sono avvicinati numerosi è un nuovo capitolo. Certo, se si potessero condensare trent’anni in un “timelapse”, prevarrebbe la nostalgia per come eravamo, ma soprattutto per tanti amici che ci hanno lasciato e che guardano ai Fedelissimi da una tribuna privilegiata. Ma da loro e dai giovani che si sono avvicinati riparte la corsa verso il futuro, per nuove storie da raccontare».