​Emergenza Xylella. Cominciano i problemi anche con gli «untori»

èˆ scoppiato piè¹ di un caso nel sud Salento di acceso litigio sui campi tra chi porta via la legna degli ulivi infetti, per uso domestico o per venderla e chi si vede passare vicino al proprio terreno mezzi agricoli con gli arbusti contagiati

Le notizie che giungono dal sud Salento non ci lasciano tranquilli. Stiamo parlando dell’emergenza Xylella. O meglio, stiamo continuando a parlarne. Oggi, negli uffici della Regione Puglia di viale Aldo Moro, Antonio Guario e Gabriele Papa Pagliardini hanno portato qualche buona notizia, soprattutto per i florovivaisti. Infatti, grazie all’impegno degli uffici di via Capruzzi,  l’Unione Europea si è mossa e gli imprenditori del settore, bloccati da mesi nella vendita di piante e alberi a causa della paura di un contagio con il batterio killer, si vedono finalmente allentare i controlli su un elenco ben preciso di essenze che finalmente potranno tornare ad essere commercializzate.
 
Una goccia nell’oceano si dirà. Certo, ma pur sempre qualcosa. Ciò che, invece, preoccupa in maniera preponderante è però la situazione degli olivicoltori. La Xylella nella area ionica ha fatto strage, una vera e propria mattanza di ulivi che secondo quanto stabilito dalle direttive regionali dovrebbero rimanere in loco senza essere toccati, non essendoci alcuna deroga alla combustione del tagliato sui campi. Così non è, a quanto più voci raccontano.

Esigenze economiche, infatti spingono gli agricoltori a tagliare la legna per uso domestico o per venderla a fini commerciali. Quindi, contravvenendo ai diktat regionali, spostano il legname dai terreni di proprietà con mezzi agricoli, passando nelle vicinanze di altri appezzamenti non ancora contagiati.

È ovvio che, come ai tempi della peste manzoniana, queste persone vengano considerate veri e propri «untori» e in più di una occasione si è arrivati ad uno scontro fisico tra le due parti: chi muove e trasporta la legna e chi vorrebbe impedirlo per evitare il contagio sui propri terreni. Inutile dire che, se grave è la pandemia altrettanto grave sembra essere la mancanza di una voce univoca da parte della Regione. Più passa il tempo più si corre il rischio che episodi del genere diventino anche fatti di cronaca e di ordine pubblico.  
 
 



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