​L’aeroporto di Bari è aperto, ma Ryanair ‘dirotta’ il volo. I passeggeri arrivano a destinazione con un giorno di ritardo

Nonostante l’aeroporto di Bari fosse aperto e operativo, il volo proveniente da Torino e diretto a Bari è stato ‘inspiegabilmente’ dirottato a Lamezia Terme. Codici Lecce promette ‘battaglia’ per il riconoscimento degli indennizzi in favore dei malcapitati passeggeri.

Un ponte della Befana da incubo per i passeggeri che, nei giorni clou del maltempo, sono stati costretti a frequentare gli aeroporti di Bari e Brindisi. Era inevitabile che il passaggio di Burian, il vento gelido siberiano che ha paralizzato la Puglia, creasse non pochi disagi nei trasporti. Se neve e gelo hanno reso impraticabili molte strade, non è andata meglio negli scali come dimostrano le segnalazioni giunte allo sportello di Codici Lecce. Non sono stati tanto i ritardi o i voli cancellati, “comprensibili” in un momento critico e di emergenza come quello vissuto, quanto il fatto che non sono state date agli utenti né informazioni tempestive né spiegazioni chiare su scelte che, a molti, sono sembrate ingiustificate. Come accaduto ai passeggeri del volo Ryanair, del 6 gennaio, che da Torino avrebbe dovuto raggiungere Bari. Tralasciando il fatto che è partito con oltre quattro ore di ritardo, la cosa incomprensibile è che è atterrato alle 23.30, ma a Lamezia Terme. Motivo? Il volo era stato dirottato.
  
Dopo altri 60 minuti di attesa,  i passeggeri sono stati avvisati che sarebbero arrivati alcuni pullman. Mezzi che, in effetti, sono giunti quando le lancette dell’orologio avevano segnato ormai l’una di notte. Peccato che non bastavano a contenere tutti i passeggeri, dovendo trasportare anche i viaggiatori di un altro aereo dirottato, proveniente da Bologna. È stato in quel momento che, alcuni, ormai stremati e spaventati dalle condizioni metereologiche, hanno deciso di trascorrere la notte in albergo, ‘sopportando’ anche le spese per il pernotto. Insomma, dopo altre peripezie per raggiungere Bari, i malcapitati hanno toccato il suolo pugliese solo alle 22.00 del 07 gennaio, ossia con oltre un giorno di ritardo.
 
Un vero e proprio incubo che – a loro dire – non trova giustificazione solo nelle cattive condizioni atmosferiche, dato che l'aeroporto di Bari era regolarmente operativo e altri voli (anche dello stesso vettore) erano regolarmente atterrati la sera dell'Epifania.
 
 «In base al Regolamento CE n. 261/2004, i vettori aerei sono tenuti a corrispondere una compensazione pecuniaria ai passeggeri in caso di arrivo a destinazione con oltre tre ore di ritardo, compensazione che, per il volo in questione, è di 250 euro pro capite, oltre al rimborso per tutte le spese sostenute in conseguenza del ritardo (albergo, treno, pasti ecc.) e al danno extracontrattuale determinato dai gravi disagi patiti, riconosciuto dalla recente giurisprudenza di merito. Infatti – come si legge in una nota a firma dell’avvocato Stefano Gallotta, segretario di Codici Lecce – le compagnie sono esonerato da responsabilità solo dove dimostri che i ritardi siano imputabili a circostanze realmente imprevedibili ed eccezionali, inevitabili pur adottando tutte le misure opportune (è il caso, ad esempio, dei disagi conseguenti all'eruzione del vulcano in Islanda del 2010, che determinò la chiusura dello spazio aereo europeo): ma tali non possono ritenersi i disagi legati alla vicenda narrata, agevolmente evitabili dal vettore in quanto l'aeroporto di Bari Palese era regolarmente operativo».
 

In merito alle cancellazioni e ai ritardi di questi giorni, premesso che occorrerà valutare la sussistenza di responsabilità a carico delle compagnie aeree per ogni singolo caso, si invitano i viaggiatori a non tener conto delle email “deterrenti” inviate dai vettori aerei che, il più delle volte, respingono ogni richiesta di risarcimento anche a fronte di responsabilità palesi e inconfutabili.



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