Strisce pedonali, quelle illustri sconosciute

Osservazioni e riflessioni semiserie nell’imminenza di un attraversamento stradale. Cosa passa nella testa di un pedone e di un’automobilista al cospetto delle strisce zebrate.

Le strisce pedonali sono posizionate sull’asfalto, a mo’ di una maglia juventina, bianche e nere. Alcune hanno un colore vivido e acceso, altre sono consumate dal tempo e dagli pneumatici che ci passano sopra. Hanno una ed una sola finalità: far rallentare gli automobilisti al passaggio dei pedoni che dovrebbero, condizionale d’obbligo, sentirsi tranquilli e spensierati ad attraversare da un lato all’altro senza essere investiti da chi guida frettolosamente un’automobile o uno scooter. Ma spesso, il codice della strada sembra essere affidato alla libera interpretazione di chi occupa la carreggiata.

Fermarsi davanti alle strisce per far attraversare un pedone…? Dipende! Dipende dallo stato d’animo di un automobilista, dal suo umore, dai suoi impegni, dal ritardo accumulato sin dal preciso istante in cui è suonata la sveglia sul comodino.

I pedoni poi li vedi e li riconosci subito, belli ed imperturbabili nella loro perenne indecisione: passo o non passo? Quell’auto che vedo ad un chilometro di distanza si fermerà o deciderà di accelerare alla mia vista come una palla da bowling che acquista velocità man mano che arriva ai birilli che l’attendono fin dal momento in cui si stacca dalle mani del forte lanciatore?

È tutto un gioco di detto e non detto tra autisti e pedoni. Se poi sei donna devi aspettare che l’automobilista di passaggio sia di sesso maschile e che abbia tempo e voglia di vederti sfilare. Perché galantuomo, non perché vizioso.

Passo o non passo? Attraverso o aspetto, è l’amletico dubbio come quello dei porcospini di Carmen Covito. È tutto un gioco delle parti, insomma. Una schermaglia, una danza degna delle vecchie moviole e dei vecchi replay quando si faceva andare avanti ed indietro per ore e ore l’immagine di un calciatore per vedere se avesse o meno subito un fallo.

E intanto passa il tempo, passano i minuti finché entrambi, nello stesso istante, automobilista e pedone non decidono all’unisono di rompere l’indugio e di passare. Ovviamente insieme.