​Muore di meningite di ritorno dalla Giornata Mondiale della Gioventù, i genitori salentini preoccupati chiedono chiarimenti alla ASL

Sono giunte al Servizio Igiene e Sanità Pubblica numerose richieste di chiarimenti da parte alcuni genitori di ragazzi salentini che hanno partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù. Il dubbio è sull’esecuzione di profilassi antibiotica per meningite.

Aveva appena 19anni Susanna Rufi, l'organista della parrocchia di San Policarpo, stroncata da una meningite fulminante mentre rientrava da Cracovia dove aveva partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù insieme ad oltre 100mila giovani desiderosi di incontrare Papa Francesco. Il viaggio di ritorno a Roma dopo un’esperienza unica di gioia e preghiera si è interrotto a Vienna, dove il cuore della ragazza ha smesso di battere. E tra gli altri pellegrini italiani è stato subito allarme contagio. La malattia si manifesta con sintomi subdoli che gli stessi compagni di avventura avevano scambiato per un'insolazione. Per questo a chi di ritorno da Cracovia presentasse sintomi come febbre alta, mal di testa o di gola, problemi di vista o perdita di conoscenza è stato suggerito di recarsi subito in ospedale, indicando quale potrebbe essere la causa.
  
Anche tra i genitori salentini che avevano mandato i propri figli in una delle più antiche e belle città polacche si è diffusa una certa preoccupazione tant’è che sono tante, tantissime le richieste di chiarimento giunte al Servizio Igiene e Sanità Pubblica. I dubbi, giustamente, riguardano l’esecuzione di profilassi antibiotica per meningite. Dopo aver notato che, spesso, alle famiglie era stato suggerito un trattamento inappropriato (1 compressa di Ciprofloxacina al giorno per cinque giorni) con un comunicato stampa la Asl ha ritenuto opportuno diffondere informazioni corrette.
  
Che cosa è successo alla 19enne romana? Da quanto acquisito dai competenti Uffici Ministeriali, il caso è stato confermato come meningite meningococcica, ma non è ancora stato individuato il sierotipo. La sintomatologia è insorta nella ragazza nel corso del viaggio di rientro ed ha costretto al ricovero in un ospedale di Vienna. I passeggeri dell'autobus sono stati sottoposti a profilassi antibiotica. Sono in corso, infine, ulteriori approfondimenti per l'individuazione di altri contatti stretti nei giorni precedenti l'insorgenza della sintomatologia, al fine di individuare una più precisa strategia di prevenzione.
  
Ed è proprio sul termine «contatto stretto» che è bene fare chiarezza per evitare psicosi. Rientrano nella ‘categoria’:

  • i conviventi, considerando anche l’ambiente di studio (la stessa classe) o di lavoro (la stessa stanza)
  •  chi ha dormito o mangiato spesso nella stessa casa del malato
  •  le persone che nei sette giorni precedenti l’esordio hanno avuto contatti con la sua saliva (attraverso baci, stoviglie, spazzolini da denti, giocattoli)
  •  i sanitari che sono stati direttamente esposti alle secrezioni respiratorie del paziente (per esempio durante manovre di intubazione o respirazione bocca a bocca).

  
Un’altra precisazione riguarda il fatto che la chemioprofilassi indicata per i «contatti stretti» di soggetti che hanno poi sviluppato una meningite è il trattamento di 1 o 2 giorni, a seconda del farmaco consigliato dal medico curante, e non un trattamento antibiotico prolungato.
  
L’occasione diventa utile per ricordare che dal 2005 la vaccinazione contro il meningococco C è offerta gratuitamente, oltre che a tutti i nuovi nati, anche agli adolescenti (a partire dai nati nel 1996). Inoltre, dal 2011 è offerto un vaccino contro i sierotipi ACW135Y. L'adesione a tale fondamentale opportunità di prevenzione è tuttavia non ottimale e, per converso, il  ricorso alla profilassi antibiotica al verificarsi di casi conclamati di malattia è invece esagerato.



In questo articolo: