I reni ed il fegato di un 56enne salentino, deceduto per una improvvisa emorragia celebrale, sono stati resi disponibili alla donazione e continueranno a vivere nei corpi di chi li riceverà, grazie al gesto ammirevole della famiglia dell’uomo.
Si tratta del secondo prelievo multiorgano, dall’inizio dell’anno, operato nella giornata di ieri al Vito Fazzi di Lecce; lo straordinario successo è stato riportato grazie all’importante lavoro di squadra svolto dal reparto di Rianimazione e le equipe chirurgiche.
L’iter che ha consentito l’espianto degli organi e la valutazione di idoneità degli stessi è stato lungo e complesso: in un primo momento è stato necessario accertare la morte cerebrale dell’uomo, cui hanno fatto seguito tutti gli esami di laboratorio necessari; nel contempo ha avuto luogo il colloquio con la moglie del deceduto, da cui è scaturita la generosa e difficile scelta di optare per la donazione degli organi.
i due organi, subito espiantati, sono stati messi a disposizione dei pazienti riceventi pugliesi, dislocati in diverse sale operatorie: “Il prelievo d’organi – ha spiegato Filippo De Rosa, coordinatore locale per l'attività di prelievo e trapianto del “Vito Fazzi” – è un intervento lungo e delicato, tecnicamente complesso. Sicuramente è importante puntare su campagne di sensibilizzazione, anche per far comprendere alle persone che qualsiasi procedura di prelievo viene fatta in maniera certa e legale, nel miglior modo possibile e senza lasciare alcun dubbio. Far capire tutto ciò è utile anche per aumentare il senso di fiducia nel sistema sanitario e in chi vi opera e, quotidianamente, affronta un lavoro molto difficile che si sviluppa attraverso un percorso lungo e multidisciplinare.”
Un lavoro tutto legato alla speranza di ricevere un prezioso “sì”. La donazione va certamente alimentata sollecitando l’opinione pubblica: “I dati relativi a donazioni e trapianti nel 2016 – sottolinea Giancarlo Negro, responsabile del Centro Donazioni di Casarano – sono abbastanza confortanti, perché questo è l’anno nel quale, con 47 donatori utilizzati, si è superato il precedente primato di 46, stabilito negli anni 2008 e 2011.”
Numeri ancora troppo piccoli, però, “la cultura della donazione – conclude Negro – va costruita e consolidata e su questo versante abbiamo molto da fare.”