Una serie di atti persecutori ai danni di una docente universitaria? Sarà un processo penale a stabilire le eventuali responsabilità di Gilda Brescia, studentessa 28enne di Brindisi ed ex rappresentante degli studenti.
Il gup Stefano Sernia, al termine dell'udienza preliminare, ha rinviato a giudizio l'imputata per l'ipotesi di reato di stalking. Non soltanto, anche per diffamazione nei confronti di un'assistente universitaria. La giovane dovrà presentarsi innanzi al giudice monocratico Alessandra Sermarini in data 24 marzo per l'inizio del processo. La studentessa è stata, invece, prosciolta dall'accusa di diffamazione nei confronti della stessa docente e di un'altra assistente universitaria.
Gilda Brescia è assistita dall'avvocato Cristian Quarta.
La professoressa di Pedagogia e due ricercatrici dell'Università del Salento, si sono costituite parte civile con l'avvocato Ivana Quarta. Il legale ha già annunciato, in attesa delle motivazioni della sentenza, di volere presentare ricorso per Cassazione.
Secondo l'accusa, rappresentata dal pubblico ministero Stefania Mininni, la studentessa si sarebbe appostata più volte presso lo studio della docente o l'avrebbe pedinata. Un giorno, nel dicembre del 2013, l'avrebbe "braccata" all'interno del parcheggio riservato ai professori. Inoltre, attraverso l'invio di svariate mail ad organi universitari, l'avrebbe accusata di tenere comportamenti illegittimi. Non solo, durante il Consiglio del Corso di Studio a cui era iscritta, Gilda Brescia nel luglio del 2014 avrebbe accusato la docente di aver fatto un uso illegittimo dei fondi "Contributi degli studenti". Gli episodi "incriminati" si sarebbero protratti fino ad agosto del 2015.
La torbida vicenda non sarebbe terminata qui. Gilda Brescia avrebbe ben presto preso di mira anche le assistenti universitarie. L'indagata, nel maggio dello scorso anno, si sarebbe risentita a causa di alcuni incarichi a loro assegnati; scagliandosi contro di esse e accusandole di avere ingiustamente usufruito di favoritismi per fare carriera. Difatti, la studentessa 28enne risponde del reato di diffamazione verso le due ricercatrici. La 28enne avrebbe accusato un'assistente della docente di Pedagogia, attraverso delle "note" inviate ad alti organi universitari, di aver vinto un concorso senza averne i requisiti. L'imputata avrebbe "puntato il dito" contro l'altra ricercatrice, per avere ottenuto irregolarmente due incarichi universitari. Anche in questo caso inviando delle "note" per segnalare l'accaduto. Esasperate dal comportamento sopra le righe della donna, la docente universitaria e le due ricercatrici presentarono cinque denunce presso i Carabinieri.
"Sono contenta di questo primo risultato – ha dichiarato Gilda Brescia – ovviamente non ci si poteva aspettare un proscioglimento totale in quanto sono perfettamente consapevole che la sede idonea non è l'udienza preliminare perché manca completamente il tempo per controbattere punto per punto su tutto. Continuerò ad avere fiducia nella magistratura e nel suo operato e andrò fino in fondo affinché la verità emerga".