9 dicembre 2013, «i forconi» paralizzano la cittè

Il ‘comitato 9 dicembre 2013’ blocca la città con la manifestazione del ‘movimento dei forconi’ di cui fanno parte gli autotrasportatori. Cortei e proteste pacifiche in tutta Italia.

Dopo tanto discutere è arrivata la manifestazione di cui si parla da mesi in tutta Italia. Il comitato 9 dicembre, di cui fa parte il "movimento dei forconi" degli autotrasportatori, blocca la città: traffico in tilt su via XXV luglio, Porta d'Europa e sulla supestrada.

Prosegue pacificamente la protesta degli aderenti alle associazioni e alle organizzazioni riunitesi sotto la sigla “9 dicembre 2013”, i cosiddetti “forconi”. Nessuna sigla sindacale dietro all’iniziativa ma solo gente che ha deciso di autoconvocarsi e di abbracciare il “movimento dei forconi”.

Cortei in tutta Italia e anche nel Salento. Studenti, lavoratori precari, lavoratori di ogni genere erano presenti in Via XXV Luglio a Lecce, davanti alla Prefettura. Il loro presidio ha mandato il traffico in tilt e un addetto della Polizia, insieme ai Carabinieri presenti massicciamente alla manifestazione, si è occupato di far tornare indietro le auto per evitare eventuali disagi.

Poi la protesta dei tir. Rallentamenti e code sulla Lecce-Brindisi, all'altezza dell'Ipercoop, dove i tir hanno inscenato, come in tutta Italia, il loro malcontento. Lo sciopero, ufficialmente revocato, è stato comunque messo in atto dagli autotrasportatori anche nel Salento. Già prima delle 7 del mattino i grossi automezzi hanno impedito il passaggio di autobus e pullman, consentendo invece il transito alle auto. Disagi per i pendolari in tutte e due le direzioni di marcia. Sul posto, anche qui, le forze dell'ordine.

Sulla tangenziale di Bari è dalle 22 di ieri che è iniziato il blocco. Nelle prossime ore è prevista una manifestazione in piazza della Libertà con un corteo che attraverserà le vie del centro di Bari. Nel tardo pomeriggio ci sarà anche un’assemblea pubblica nell’aula consiliare del Comune di Bari.

Ma perché queste proteste? Da dove nasce l’idea di questo 9 dicembre? Comitati spontanei, gruppi di italiani che si sono, come ormai spesso accade per molte questioni importanti, ritrovati sui social network ed hanno strinto legami virtuali, condiviso malcontenti ed ideato una comunità tra tutti quelli che vogliono dire "basta". In uno dei tanti comunicati che si sono letti in questi giorni le dichiarazioni e le parole pronunciate erano chiare ed inequivocabili: “Dal 9 dicembre 2013, l’Italia si ferma! Ci hanno accompagnati alla fame, hanno distrutto un’identità di un Paese, hanno annientato il futuro di intere generazioni”.

Il comunicato poi entra nello specifico e continua “L’Italia che produce di qualsiasi settore, l’Italia dei disoccupati, dei precari, dei giovani, degli studenti, dei padri, delle madri, dei figli e di chiunque voglia dire basta… Questa Italia si ribella e scende nelle strade e nelle piazze contro il far west della globalizzazione che ha sterminato il lavoro degli italiani, contro questo modello di “Europa”, per riprenderci la sovranità popolare e monetaria, per riappropriarci della democrazia, per il rispetto della costituzione, contro un governo di nominati, per difendere la nostra dignità”.

I gruppi movimenti concludono dicendo: “Ribellarsi è un dovere, quando un governo non fa ciò che vuole il Popolo, va cacciato anche con mazze e pietre”.



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