A Guagnano vince il vino e il Salento sobrio

Salento e Veneto, un connubio nel segno del vino, non certo della politica e della polemica. Solo qualche mese fa Tosi fu ospite nell’Arneo senza tante storie. Oggi che ritira il Premio Terre del Negroamaro sembra che la querelle abbia il sopravvento sul marketing

E che sarà mai? In fondo è solo un premio. Non è un certificato di gradimento, ma evidentemente la polemica piace più dei fatti, e i fatti sono altri.

Flavio Tosi, è il sindaco di Verona, che sia leghista importa poco, mentre ci importa molto di più che sia uno dei protagonisti della frontiera economico turistica più interessante per il Salento e le sue produzioni vitivinicole.

Al Vinitaly di Verona, la fiera enologica più importante d’Europa, il Salento viene sempre accolto con mille riguardi, non le persone con un nome e un cognome e la tessera di partito in tasca, ma le bottiglie che si portano dentro l’immagine, il sapore e il colore del nostro territorio.

Grazie al Vinitaly, a Verona e a Tosi il Salento si fa pubblicità da anni, si fa conoscere, promuove le sue aziende agroalimentari, stimola gli investimenti, vende il vino rosso, bianco e rosato. Ottiene riscontro oggettivo alla soggettiva prosopopea dei salentini, che pur credendo di essere i migliori del mondo e di vivere al centro del mondo devono sapere che il centro è altrove.

Quindi non solo grazie a Verona e al suo rappresentante, ma prego… si accomodi in questa terra che l’ha già ospitata di recente, caro sindaco. A maggio scorso, ospite del Gal Terra d’Arneo, Flavio Tosi è stato ospitato e portato in giro per il nord Salento, grazie ad una strategia intelligente messa a punto dal presidente del Gal Cosimo Durante e dai sindaci dei comuni dell’area geografica di riferimento, in testa i sindaci di Guagnano e Salice. Quindi nulla di nuovo per Fernando Leone, ma solo sana coerenza amministrativa.

Tosi ha fatto visita alle cantine più importanti, è stato corteggiato dai giornalisti che volevano intervistarlo, conteso dalle aziende che capiscono l’opportunità di mettersi al pari con il Veneto. Il Veneto, non il Molise. E c’è differenza, turisticamente ed enologicamente parlando.

E allora chi se ne frega della Lega. Oppure d’ora in poi, in linea di principio, si dovrà disertare ogni manifestazione organizzata anche dagli alleati della Lega. Figuriamoci allora, dovremmo chiuderci in casa.

La terra di accoglienza risponde con linguaggi diversi, all’intolleranza razzista si oppone l’uscio spalancato dell’accoglienza del Sud. A chi percuote con violenza si mostra l’altra guancia.
Quella stessa accoglienza che Verona e il Vinitaly hanno riservato a Dario Stefano, quando da assessore regionale pugliese all’agricoltura per anni è andato a perorare la causa salentina e a sponsorizzare i prodotti d’eccellenza che meritano di essere comprati anche in Antartide.

Spiace che una persona intelligente come il senatore Stefano, politico raffinato e garbato, non abbia colto  lo spessore del filo che tiene insieme la cultura di una terra, anziché rimettersi al giogo dell’allegorica e pittoresca malinconia dei “no questo e no quello”. Al Salento terra del “sì” bisogna guardare, non alla retroguardia preistorica .

Pazienza per gli artisti, sopravviveremo anche senza i Radio dervish e Paola Turci e berremo un buon Negroamaro alla loro salute e ai loro successi artistici.

Ma Guagnano pensa al vino stasera, pur restando sobria, nonostante i fumi delle ubriacature che ci circondano. 



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