Dopo l’acceso scontro dei giorni scorsi tra governo e regione in merito alle concessioni rilasciate alla irlandese Petroceltic per esplorare i fondali al largo delle coste pugliesi, un altro spettro aleggia ora sul nostro territorio ma, questa volta, è il versante occidentale a vedersi preso di mira.
L’americana Schlumberger, ovvero la più grande società petrolifera del mondo, ha infatti ottenuto parere positivo dal Comitato VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) per condurre indagini al fine di rintracciare eventuali giacimenti di idrocarburi nel Golfo di Taranto, più precisamente nell’area compresa tra lo stesso capoluogo ionico e Santa Maria di Leuca, autorizzazione che fa seguito a quelle dello scorso giugno e che lascia ancor di più percepire l’assedio a cui si vuole sottoporre le nostre coste. Ma non basta. Ad attendere il via libera dal ministero dell’ambiente vi sono anche la statunitense Global Med e l’italiana Enel Longanesi Developments, anch’esse con gli occhi puntati sul mar Ionio e i comuni del basso Salento.
“Solo prospezioni” fa sapere, appunto, il ministro Federica Guidi, omettendo, però, che verranno condotte con la tecnica dell’airgun, un sistema ad aria compressa capace di generare onde sismiche atte all’individuazione di riserve minerarie ma che, al contempo, rappresentano un pericolo per l’ecosistema marino in virtù del forte rumore che provocano e che studi scientifici hanno dimostrato essere strettamente legate alle variazioni comportamentali della fauna, dallo spiaggiamento dei cetacei alle ripercussioni economiche sulla pesca.
Nel frattempo, il governo è allo studio di una via d’uscita per disinnescare il referendum bipartisan promosso dalle regioni adriatiche che, dopo il “sì” della Consulta di Stato, rischia di diventare un’autentica caporetto per Renzi che preme affinché l’esecutivo faccia valere il suo diritto di prelazione sulle decisioni in campo energetico sebbene questo cozzi non poco con quanto previsto dalla costituzione, soprattutto in ragione di una consultazione popolare.
Se a Roma “pensano che la ricerca di idrocarburi sia una delle soluzioni della crisi italiana, lo devono dire” ha dichiarato Michele Emiliano “dopodiché valuteremo, come abbiamo già fatto, se fare il referendum, iniziative politiche o dibattiti interni al PD”.
Un’apertura, certo, ma che tiene conto anche di quanto fatto negli ultimi venti anni per promuovere la bellezza della Puglia che da più parti, National Geographic in primis, è stata giudicata come la più bella regione del mondo e per la quale resta ancora tanto da fare per “consentirci di lasciarla alle prossime generazioni più bella di come l’abbiamo ricevuta”.
di Luca Nigro