Al CRIS con don Luigi Merola. Nella cultura e nello studio, il coraggio della legalità

Un incontro carico di significato presso la cittadella universitaria. Il sacerdote impegnato nella lotta per la legalità ha incontrato gli studenti.

Non ama le etichette e non si sente un eroe don Luigi Merola, parroco del quartiere Arenaccia a Napoli, fondatore dell’associazione “A voce d”e creature”. Semplicemente, crede nella forza della cultura come arma potente per scardinare un sistema che plasma giovani privi di coscienza critica.

A Poggiardo, nella sede del Centro Ricerche Istruzione e Sviluppo, un confronto con ospiti autorevoli, sul tema “Il coraggio della legalità”. Intervenuti, accanto a don Luigi Merola, il Generale della Guardia di Finanza, Salvatore Refolo, la referente per il Salento dell’associazione di don Merola, l’avvocato Anna Elisa Frisulli e l’avvocato Scarpello. Presente in sala, anche il colonnello del carabinieri Frisulli, che negli anni ’80 guidò i suoi reparti nella dura lotta contro la camorra.

La Cittadella Universitaria di Poggiardo

L’incontro con don Luigi Merola è stato fortemente voluto dal presidente della Cittadella Universitaria, Sandro Tramacere. In linea con la filosofia del CRIS, nato per promuovere la cultura a 360 gradi e consentire un più facile accesso allo studio, l’appuntamento con don Merola è stato un momento di confronto importante. Il CRIS è oggi un punto di riferimento fondamentale per la crescita culturale del territorio. Tanti i corsi di laurea contenuti nell’offerta formativa del CRIS. L’attività del Centro mira al raggiungimento degli obiettivi degli studenti, nei tempi stabiliti dal percorso formativo. Tutor qualificati e specializzati nelle varie materie previste dal corso di studi, predispongono lezioni, materiale d’approfondimento e simulazioni d’esame.

Don Luigi Merola e la legalità

Noto per la sua opposizione alla camorra, don Luigi è un giovane sacerdote con una forte capacità comunicativa. Dall’esperienza di vice parroco a Forcella nasce la sua risolutezza contro la criminalità organizzata con attività in favore soprattutto dei bambini, figli di una terra che spesso nega il diritto all’infanzia per crescerli poi come silenziosi soldati di un esercito criminale.
Don Luigi Merola ha parlato ai ragazzi arrivati al CRIS guardandoli dritti negli occhi. Con un carisma non comune ha chiesto ai giovani di svegliarsi, di lasciare a casa lo smartphone, di leggere, leggere tanto e studiare; perché è nella cultura la vera rivincita di un Paese sotto scacco di un’illegalità dilagante. Don Luigi è arrivato nel Salento perché la guerra dev’essere totale e va condotta su tutto il territorio. Il male, purtroppo, cresce in ogni regione d’Italia ed è urgente porre un argine fatto di cultura e di conoscenza. Un impegno che spetta ad ogni cittadino e un dovere che compete oggi soprattutto ai giovani.

‘A voce d”e creature

Dalla volontà di don Merola di lanciare un segnale forte e dalla consapevolezza che il grado di civiltà di una città, di un territorio e di una nazione, si misura dal rapporto con i suoi bambini, nasce la Fondazione ‘A voce d’’e creature Onlus. L’associazione, che ha la sua sede nella “Villa di Bambù”, immobile confiscato alla criminalità organizzata e dato in comodato d’uso dal Comune nel 2007, persegue attività di promozione umana e sociale ed è attiva sul territorio di Napoli, in particolar modo nel quartiere Arenaccia. Tra gli obiettivi dell’associazione, realizzare interventi di recupero ai percorsi scolastici e di contrasto alla dispersione scolastica, nonché predisporre piani di sostegno a progetti educativi e di formazione alla cittadinanza attiva. Inoltre, ‘A voce d”e creature, promuove programmi di aggregazione sociale e integrazione culturale. Sostiene anche la formazione dei giovani, attraverso il recupero di antichi mestieri e di professioni artigiane.

Leccenews24 ha incontrato don Luigi Merola

Don Luigi la sua voce arriva nel Salento. Perché?
Sono venuto qui con immenso piacere, ospite di questo meraviglioso centro in cui si fa cultura e si cerca attraverso la cultura di sensibilizzare i ragazzi. Ho incontrato gli studenti perché sono convinto che le istituzione, scuola, chiesa, amministrazioni comunale e forze dell’ordine, abbiano il dovere di essere accanto ai ragazzi.

Qual è il messaggio che si sente di consegnare ai giovani?
Vedo oggi i giovani e giovanissimi assopiti in un torpore che li tiene lontani dalla reatà. Allora il mio messaggio è di svegliarsi, non solo di alzarsi al mattino, ma di svegliarsi realmente. I ragazzi devono capire che i mali non sono solo la mafia; il male per eccellenza è l’ignoranza e dunque il mio invito forte è a studiare, a prepararsi al loro domani vivendo però bene il presente che dev’essere fatto di relazioni positive.

Don Luigi, la pietra angolare della legalità è quindi nella cultura?
Assolutamente sì. Servirebbero le scuole aperte tutto il giorno, così come le parrocchie. Più che di uomini in divisa, c’è bisogno di educatori, preti e insegnanti. Stare in luoghi sani e puliti come la scuola, consente di restare lontani dalla camorra. Una piaga che ho capito essere presente anche su questo territorio.



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