Il presepe va in soffitta, quando per tradizione si ‘smontava’ il giorno della Candelora

Altro che “l’Epifania che tutte le feste si porta via”! Secondo un’antica tradizione cattolica è la festa della Candelora a segnare la fine del periodo natalizio

«L’epifania tutte le feste porta via…» recita un noto proverbio popolare. Qualcosa di più di un antico detto, perché dopo l’arrivo della Befana che ha riempito di dolci le calze dei bambini e dei Re Magi che hanno concluso il loro viaggio, partito da lontano, donando a Gesù –  secondo la tradizione – oro, incenso e mirra, si torna alla normalità. Niente più profumi che arrivano dalla cucina, né aria di magia… è arrivato il tempo di archiviare le feste, simbolicamente e materialmente, togliendo gli addobbi di Natale che hanno reso più calde e cololate case, strade e piazze.

Via le luci a intermittenza dai balconi, negli scatoli ghirlande e stelle appese alle porte. Ritorna in soffitta o in garage l’albero di Natale, smontato e ripiegato ramo per ramo. Dal puntale all’ultima pallina, tutto ritorna negli appositi contenitori, sistemato e organizzato in maniera certosina per l’anno che verrà, quando basterà comprare solo qualche decorazione alla moda o del colore che manca.

Anche i personaggi del presepe perdono la loro “animazione”: pastori e pastorelli in plastica o in terracotta ritornano negli scatoli, magari dopo essere stati avvolti in spessi fogli di giornale. La carta-roccia finisce di modellarsi in montagne e vallate, la grotta non c’è più. La fontana smette di tirare su acqua e le lucine che simulano il fupco non brillano più. Finisce di illuminare anche il cielo stellato nel quale la stella cometa smette di fare rotta.

Piatti natalizi e candele rosse non trovano dimora sui tavoli allestiti e ritornano alla normale disponibilità spazi di casa che erano stati destinati agli addobbi per Natale. Finisce così il periodo della festa e tutto torna alla normalità.

Per tradizione, il presepe si smonta il giorno della Festa della Candelora

Che fatica disfare albero e presepe, ma anche che tristezza! Eppure, la data da segnare in rosso sul calendario non è quella del 6 gennaio, ma del 2 febbraio. Già, secondo una mantica tradizione cattolica era la festa della Candelora a segnare la fine delle feste natalizie. Altro che “l’Epifania che tutte le feste si porta via”. Il momento giusto, per tradizione, è quello che celebra la presentazione di Gesù al Tempio, 40 giorni dopo la sua nascita.

A questo punto, la domanda sorge spontanea: perché togliamo gli addobbi di Natale, presepe compreso, dopo l’Epifania? Smontare tutto prima è più una necessità legata al desiderio di fare ordine in casa o per le strade, ricche di luci e decorazioni. O forse una silenziosa ‘legge’ commerciale.  In fondo… c’è san Valentino o carnevale a cui pensare.



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