Alcoltest della Polizia Municipale di Lecce, D’Agata: ‘Sono poco igienici’

I metodi usati per la rilevazione del tasso alcolemico devono rispettare non solo norme e regolamenti, ma non devono mettere a repentaglio l’igiene personale di chi si sottopone spontaneamente all’esame in questione.

L’etilometro sì, ma si devono rispettare le norme igieniche basilari. È questa la richiesta dello “Sportello dei Diritti” di Lecce che premette di essere sempre stato in primo piano nella battaglia alla sicurezza stradale e contestualmente per il rispetto delle garanzie previste dalle normative a tutela degli automobilisti. Quindi – come fanno sapere dallo Sportello – ben venga l'etilometro anche in dotazione alla Polizia Locale se serve ad imprimere una svolta contro l'abuso di alcol alla guida. Tuttavia i metodi usati per la rilevazione del tasso alcolemico devono rispettare non solo norme e regolamenti, ma non devono mettere a repentaglio l'igiene personale di chi si sottopone spontaneamente all'esame in questione.

“Ecco perchè ci pare opportuno – dice Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti – segnalare quanto accaduto ieri sera a Lecce dove il furgone e una pattuglia della Polizia Municipale si era appostato nel bel mezzo di via Taranto, importante arteria cittadina anche per la presenza di numerosi locali e ritrovi frequentati da ogni tipo di pubblico, specie per quanto riguarda la presenza di ristoranti e trattorie, per testare il nuovo etilometro elettronico da poco acquistato dall’amministrazione cittadina. Strada ideale, quindi, per beccare uno dopo l’altro automobilisti alticci e comminare sanzioni per chi supera i livelli previsti dal codice della strada”.

“Sin qui, scelta condivisibile – conclude D’Agata -, ma è lo strumento utilizzato che ha lasciato non poche perplessità a chi è stato effettuato il test: si tratta di uno stretto cilindro giallo al quale l’agente intimava di soffiarvi dentr,o con il sommesso invito ad evitare di appoggiare la bocca. Cosa praticamente impossibile, perchè la forma dell’oggetto e la scelta di far soffiare all’interno dell’abitacolo, tra finestrino e strada, nei fatti spingeva uno dopo l’altro gli automobilisti ad appoggiare le labbra quando l’imboccatura non prevede ausili “usa e getta” ma un cono nero fisso. Tra tanti modelli di alcoltest in dotazione delle forze di polizia stradale, quindi, proprio quello che garantisce meno l’igiene di chi è sottoposto all’esame doveva essere acquistato? Invitiamo dunque il Comando di Polizia Municipale del capoluogo a trovare un’alternativa che rispetti l’igiene personale di chi si sottopone alla verifica del tasso alcolemico.



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