Dopo la chiusura del Piano di rientro sottoscritto nel 2010 per riassestare i conti della sanità, piano con cui furono anche bloccate assunzioni e turn over, mandando in sovraccarico il sistema sanitario regionale, nello scorso luglio la Regione Puglia ha varato il piano delle assunzioni 2014/2015 che prevedeva il reclutamento di ben 2563 unità tra primari, dirigenti medici, dirigenti di area tecnica, infermieri e operatori socio-sanitari.
Entro settembre 2014 dovevano essere definiti sia i nuovi bandi sia lo smaltimento delle graduatorie sulla mobilità. Ma così non è stato e, tra le varie criticità, non tutte le Asl pugliesi hanno provveduto ad applicare le disposizioni degli organi regionali con il risultato che ancora oggi gran parte dei posti previsti non sono ancora stati ripianati.
Sull'argomento è intervenuto con forza l'Assessore regionale alla Salute, Donato Pentassuglia, in quale ha denunciato i ritardi che si sono man mano accumulati. «Ci siamo battuti per ottenere dal governo le assunzioni – ha detto Pentassuglia – e le abbiamo ottenute con un piano triennale molto chiaro che premia il lavoro di contenimento della spesa e di riorganizzazione dei servizi. Ma ora non possiamo accettare che i manager delle Asl non diano corso alle assunzioni o lo facciano in tempi che non sono compatibili con il diritto alla salute di tutti i pugliesi, che deve essere garantito in egual modo in tutti i territori. Ci sono tempi diversi nelle diverse parti della Puglia nel dare azione al piano delle assunzioni, per cui nel Policlinico si è già dato corso al 90 per cento delle assunzioni programmate, mentre nelle Asl di Brindisi, Lecce e Taranto la parte attuata del piano assunzioni va dal 35 al 45 per cento circa. E in qualche altra Asl va anche peggio. Nel prossimo incontro con i direttori generali chiederò conto di questa situazione».
Secondo l'assessore,la difformità di queste situazioni dipende in parte dalla mancanza di unitarietà di interventi in tutta la Regione a causa delle diverse modalità di interpretazione delle norme da parte dei direttori delle Asl. Ma ciò che suscita più di qualche preoccupazione è la ripartizione territoriale che ancora una volta penalizza fortemente il Salento: basti pensare che sul totale dei posti previsti dal piano solo 231 sono destinati alla Asl di Lecce. Brindisi, che ha un terzo dei residenti rispetto a Lecce, ne avrà 264, mentre Taranto 383 con la metà dei residenti.
Ma qual è l’attuale stato dell’arte della Asl di Lecce alla luce di questa situazione? «Con tre diverse delibere di giunta – dichiara il direttore generale, Giovanni Gorgoni –la Asl di Lecce ha avuto proroghe per 196 unità di personale per un valore di circa 12,7 milioni di euro. Di questi, 124 sono infermieri e operatori socio-sanitari, mentre i restanti sono tra dirigenti e primari. Su queste procedure siamo a buon punto sulla parte relativa alle assunzioni dei primari, il cui carico procedurale è concluso al 70%. Sulle assunzioni dei 57 dirigenti, tra medici e veterinari, siamo a circa il 40% di completamento. In buona sostanza si tratta solamente di scorrere le graduatorie di mobilità regionale ed interregionale ed è quello che a noi conviene di più perché,nel caso in cui la mobilità non fosse sufficiente a coprire i posti, saremmo costretti ad andare a concorso, con dei tempi molto più lunghi. Inoltre, ipotizzando che entro l’estate riusciremmo a completare tutto l’iter, è possibile che i dipendenti possano essere assunti anche dopo, perché per legge il datore di lavoro di provenienza può concedersi fino a 90 giorni di preavviso. Senza contare l’eventualità che,senza il nulla osta di provenienza, il trasferimento in mobilità può essere anche bloccato. Contiamo comunque entro l’estate di chiudere questa prima tranche in deroga – conclude Gorgoni –anche perché ce n’è un’altra in arrivo che il Governo concederà solamente nelle prossime settimane a condizione che siano stati ottemperati tutti gli obblighi informativi nei confronti del Ministero».
Per cercare di disciplinare questa situazione, a breve Pentassuglia presenterà alla Commissione Sanità il regolamento di riorganizzazione delle rete ospedaliera e dei servizi, passaggio obbligato per dare ai manager un quadro di riferimento ancora più chiaro per gestire il piano aziendale. Inoltre, è prevista anche la definizione del Documento di indirizzo economico e finanziario, che destina alle Asl le risorse per il 2015, dopo il varo del quale sarà possibile operare con regole e risorse certe.