L’Università del Salento è al centro di una polemica che vede contrapposti il Consiglio di Amministrazione e il sindacato Flc Cgil. Mentre l’Ateneo si trova a fronteggiare tagli ai finanziamenti statali che mettono a rischio servizi e attività didattiche, il Cda ha confermato la decisione di aumentare le indennità per i suoi membri.
Una scelta controversa
La decisione di aumentare le indennità per i vertici dell’Università ha suscitato forti reazioni da parte del sindacato. La Flc Cgil ha definito la scelta “inaccettabile” e “fuori luogo” in un momento in cui l’Ateneo sta affrontando una grave crisi finanziaria.
“Mentre si tagliano servizi essenziali per gli studenti – dicono dal sindacato – si aumentano i compensi per chi già percepisce un’indennità”.
Gli aumenti delle indennità peseranno sui bilanci dell’ateneo per oltre 400mila euro all’anno, una cifra che potrebbe costringere l’università a tagliare ulteriormente i servizi, come le biblioteche, i laboratori e le attività culturali.
Sembra evidente che questa decisione mette in parte a rischio il futuro dell’università. Del resto se si dovesse continuare a tagliare sui servizi, come potrebbero essere attratti studenti e ricercatori di qualità?
Il Consiglio di Amministrazione di Unisalento ha giustificato la sua decisione sostenendo che gli aumenti sono necessari per garantire un adeguato compenso ai membri degli organi di governo dell’università. Tuttavia, questa giustificazione non ha convinto il sindacato né l’opinione pubblica.
La Flc Cgil chiede l’annullamento immediato della decisione di aumentare le indennità e invita la comunità universitaria a mobilitarsi per difendere i propri diritti e il futuro dell’ateneo. Il sindacato propone di destinare le risorse risparmiate a investimenti in ricerca, didattica e servizi agli studenti.