Quanta nostalgia della Befana, la vecchia con la scopa rimpiazzata da Babbo Natale

L’Epifania è una festa religiosa e civile. Mentre i Re Magi su mastodontici cammelli portano alla Grotta oro, incenso e mirra, la vecchina dal naso lungo, a bordo della scopa, consegna giochi e dolci d’ogni specie.

Archiviato Capodanno, si pensa già all‘Epifania, l’ultimo giorno in rosso sul calendario. Oggi non è più così, ma in passato il 6 gennaio era una festa molto sentita con quel pizzico di magia che solo la tradizione sa dare. Un passato che ha saputo unire  sacro e profano, creando un legame che ha resistito al tempo. Mentre i tre magi Baldassarre, Melchiorre e Gaspare, partiti dal lontano Oriente arrivavano alla grotta per portare a Gesù Bambino oro, incenso e mirra, seguendo la scia della Stella Cometa, negli stessi istanti tutti i bambini italiani si svegliavano e correvano in quella stanza in cui la Befana, la vecchina sdentata, con le scarpe tutte rotte e vestita alla romana, aveva lasciato dei doni. In soggiorno, in salotto, in cucina, non importa dove. Correvano a perdifiato, con il cuore pieno di gioia sapendo di trovare un regalo lasciato dall’anziana con la scopa. Quei giochi chiesti per tutto l’anno, al pensiero dei quali era stato difficile prendere sonno, perché non è che ci fossero tante occasioni per averne altri di regali. Una bicicletta, la bambola più desiderata. E poi? Poi la festa, la festa di scartare i pacchi, di assaggiare i dolci, di toccare da vicino ciò che si era soltanto sognato di possedere.

Quanta nostalgia della Befana ai tempi di Babbo Natale.  Un semplice amarcord oppure la ricerca di qualcosa di più vero e di più autentico? Chi lo sa, ma la nostalgia per una delle creature più trascurate della tradizione si fa sentire. La vecchina in quanto a consegna di doni è stata soppiantata dal vecchio Babbo Natale. I bambini non aspettano più il 6 gennaio per scartare i regali. Il 24 di dicembre, allo scoccare della mezzanotte o al massimo il 25 in alcune famiglie, si è già compiuto il rito. E al 6 di gennaio è riservata soltanto la consegna di qualche calza, sempre più griffata a dire il vero, contenente dolci di ogni tipo che hanno sostituito le tradizionali mandorle ricce (che più di qualche dentino hanno sulle coscienze) e i famosi pezzi di carbone, per ricordare che qualche marachella comunque era stata commessa e comunque era stata notata.

E allora lasciamo che la Befana lentamente faccia capolino nelle famiglie italiane e salentine alla scoperta di una festa vera, in linea con la storia e con la tradizione del nostro Paese.



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