Blocco stipendi. La rabbia dei prof salentini incontra la mano del Rettore Zara

Professori e ricercatori universitari sul piede di guerra contro il blocco dei contratti e degli stipendi della PA in vigore dal 2010. Il Rettore Zara ha incontrato questa mattina una delegazione di alcune decine di professori e ricercatori che hanno aderito alla protesta.

Gli occhi erano tutti puntati sulla Consulta. La Corte Costituzionale, infatti, era chiamata a decidere se accogliere o meno il ricorso contro il blocco dei rinnovi contrattuali per oltre 3 milioni di statali. Alla fine, la scelta si è stata quella di salvare in extremis, i conti dello Stato.  In altre parole, è sì illegittimo il blocco dei contratti e degli stipendi della pubblica amministrazione, in vigore dal 2010 (sotto l’ultimo governo Berlusconi e poi proseguito senza soluzione di continuità con Monti, Letta e Renzi), ma la decisione non è retroattiva. Il che significa che non si applicherà al passato.

I giudici hanno così disinnescato quella che poteva rappresentare una vera e propria bomba ad orologeria per i conti pubblici, pronta a scoppiare da un momento all’altro.  Basti considerare che in ballo c’erano circa 35 miliardi di euro. Questa la cifra che – secondo l’Avvocatura dello Stato – si  sarebbe dovuta sborsare per risarcire tutti i dipendenti pubblici per i mancati introiti degli ultimi cinque anni. Insomma, una decisione che fa vedere il bicchiere mezzo pieno ad alcuni e mezzo vuoto ad altri. Già, perché da nord a sud indistintamente sono tanti, tantissimi i docenti e i ricercatori che hanno deciso di protestare contro il blocco degli scatti stipendiali. Il Rettore dell’Università del Salento, Vincenzo Zara ha incontrato, questa mattina, proprio una delegazione di alcune decine di professori e ricercatori che, come in molte Università italiane, hanno deciso di manifestare il loro malcontento. Docenti in rappresentanza di una platea ancora più vasta, che ha condiviso pienamente lo spirito della protesta.
 
«Ho partecipato ieri a una riunione della Giunta CRUI e sono stato il primo a porre la questione di questa vostra giusta manifestazione – ha dichiarato il Rettore, Zara – sollecitando una posizione unitaria da parte dei Rettori. Sosteniamo pienamente la protesta e lo dimostra il fatto che abbiamo già sollevato il problema del blocco degli stipendi esprimendo il nostro parere sulla bozza di decreto per l’assegnazione del Fondo di Finanziamento Ordinario 2015. Per il prossimo anno, occorre il recupero di almeno 100 milioni di euro per un Piano Giovani Ricercatori, e poi di quanto necessario per il ripristino delle dinamiche salariali, in particolare per chi è all’inizio di carriera. È paradossale che il sistema universitario, statale e non statale, che ha visto negli anni affermarsi il merito, la valutazione e i costi standard, sia quello a cui il Governo continua a sottrarre risorse».
 
Nel Salento, dunque, come in molte altre zone di Italia docenti e rettori hanno deciso di tendersi la mano. «Tutti i Rettori – ha concluso Zara – sono pronti anche a dare le dimissioni, ma come segnale generale per evidenziare le difficoltà in cui versa il sistema universitario nel suo complesso. Servono risorse aggiuntive e una politica più attenta. Continueremo a sostenerlo presso il Ministero e con il Ministro in prima persona».



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