Viviamo sempre nell’anno sbagliato, tutta colpa di Dionigi

Ci stiamo facendo gli auguri per l’anno 2023 dell’era cristiana, ma l’anno zero è un errore, riconosciuto da tutti e certamente insanabile.

Nell’anno zero Gesù era già un bambino grande, ecco perché se dovessimo contare gli anni dalla nascita di Cristo, dovremmo festeggiare più probabilmente l’anno 2030. L’errore clamoroso di Dionigi il Piccolo, il monaco rumeno che nel sesto secolo ha sostituito il conteggio degli anni romani con gli anni dalla nascita di Gesù, continua a condizionare la vita di mezzo mondo. E tutti noi ci riferiamo, sbagliando, ai suoi conti errati.

È lui l’inventore dell’anno domini, ed è seguendo i suoi rocamboleschi calcoli che noi ogni anno viviamo in un anno sbagliato.

In realtà l’anno zero se deve coincidere con l’evento dell’Incarnazione sarebbe da retrodatare. Su tutte le edizioni della Bibbia, autenticate dalla Conferenza Episcopale Italiana, si specifica nella cronologia che Gesù nacque diversi anni prima dell’anno zero e che la sua morte andò ben al di là dei 33 anni della vecchia tradizione cristiana.

Dionigi sostituì il calendario dell’impero romano nei primi anni del 500, alcuni decenni dopo la deposizione di Romolo Augustolo, l’ultimo imperatore d’Occidente, nella fatidica data del 476. E da allora si continua a seguire un conteggio irreparabilmente fuori corso.