Si intensifica la lotta al caporalato nei campi. È di questa mattina la riunione in videoconferenza del “Tavolo provinciale permanente di Coordinamento sul lavoro dei migranti stagionali in agricoltura” convocato dalla Prefettura di Lecce. Oggetto dell’incontro è stata l’imminente apertura del Villaggio Boncuri di Nardò, campo di accoglienza di 150 posti assegnato alla Croce Rossa Italiana dalla Regione Puglia in vista dell’arrivo dei migranti che confluiscono nei campi salentini per la raccolta di angurie.
Presenti all’incontro delle 10 di questa mattina il viceprefetto vicario Guido Aprea, insieme ai rappresentanti istituzionali (Regione, Provincia, Comune di Nardò, Inps, Asl, Centri per l’impiego, Ispettorato del lavoro), datoriali e le organizzazioni sindacali per fare il punto sulla situazione del campo di Nardò e delle misure di sicurezza predisposte, sulla logistica, sui trasporti e su tutte le problematiche connesse all’attivazione della Sezione territoriale della Rete per il lavoro agricolo di qualità.
“Dato corso alle procedure utili a garantire l’accoglienza in sicurezza dei lavoratori migranti presso il campo di Boncuri, al bando trasporti ed alla assegnazione a Croce Rossa Italiana della gestione del campo – dichiarano Ada Chirizzi, Segretario territoriale Cisl Lecce e Gianluigi Visconti, Segretario Generale Fai Cisl Lecce – occorre ora concentrarsi sugli aspetti relativi l’intermediazione al lavoro e la regolarizzazione dei lavoratori, migranti e non, impegnati in agricoltura. Urge una quantificazione del numero di migranti da impegnare o già impegnati nella campagna 2020”.
“Nel corso della riunione – prosegue Mauro Fioretti, segretario generale di Uila Lecce – abbiamo discusso a lungo e ricevuto importanti aggiornamenti sull’attivazione della Sezione territoriale della Rete per il lavoro agricolo di qualità, che vede iscritte oggi solo l’1 per cento delle aziende. Al riguardo, non possiamo che esprimere preoccupazione rispetto alle dichiarazioni a mezzo stampa rilasciate delle associazioni datoriali in data odierna, poiché riteniamo indispensabile far sì che le aziende aderiscano in massa alla Rete, strumento ideale per favorire l’intermediazione fra domanda e offerta di lavoro e contrastare il caporalato”.
Su quest’ultimo punto si è espresso il direttore dell’Inps di Lecce Marcello Amodio che nel suo intervento ha precisato che l’accesso delle aziende alla Rete sarà possibile anche per chi non è in regola con i contributi ma manifesta la volontà di regolarizzare la propria posizione.
“Abbiamo appreso da altre fonti – sostiene Monica Accogli, segretario generale della Flai Cgil Lecce – che secondo alcune associazioni datoriali i parametri per accedere alla Rete sarebbero penalizzanti. C’è da restare perplessi quando si legge che per qualcuno questo non sia il momento per parlare di lavoro di qualità, che altro non significa se non riconoscimento ai lavoratori di diritti e salari dignitosi e sottrazione degli stessi braccianti dalle logiche del caporalato. Ringrazio il direttore dell’Inps, che ha tolto alle imprese un alibi pesante. Raccogliamo con soddisfazione la disponibilità del Direttore dell’Inps a proseguire il lavoro per l’attivazione della Rete”.