Cannabis terapeutica, il M5S chiede un atto di coraggio alla Regione Puglia. Asl Lecce già al lavoro

Trattamenti terapeutici con cannabis per patologie importanti: il consigliere regionale Casili chiede un atto di coraggio alla Regione Puglia. A Lecce, intanto, la Asl accoglie la richiesta dell’Associazione di Racale “La Piantiamo” e istituisce un Gruppo di lavoro che si occuperà dell’uso della cannabis a scopo terapeutico

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Sclerosi multipla, neoplasie, epilessia e malattie neurologiche: sono tanti i malati che, anche in Puglia, utilizzano la cannabis per curare alcune forme di importanti patologie.

Purtroppo, però, restano disattesi i risultati che confermano i benefici dell’uso della cannabis terapeutica in queste malattie degenerative e invalidanti; benefici sottolineati anche dalla comunità scientifica internazionale nel corso della “Medical Cannabis Mediterranean Conferencè” ospitata a Bari, negli spazi della Fiera del Levante.

Conferme che restano, per lo più, inascoltate.

Tutto ciò, rende le famiglie dei malati, inevitabilmente, prede di un mercato nero che resta, pur nella disperazione, l’ultima spiaggia.

Facile, in effetti, dire che sia un gesto sbagliato; avere in casa una persona cara che soffre è sicuramente un peso insopportabile e il mercato nero non è che l’extrema ratio per questi familiari.

Casili: necessario “atto di coraggio”

Per questi malati e per loro famiglie, Cristian Casili del M5S chiede alla Regione un atto di coraggio. Nelle sue parole, tutto lo sdegno per questa situazione: “E’ imperdonabile che ad oggi molti pazienti affetti da importanti patologie non riescano a trovare nè farmaci a base di cannabis terapeutica né medici disposti a prescriverli.”

La difficoltà di reperire il prodotto e la disomogeneità per l’accesso ai farmaci cannabinoidi è stata più volte denunciata dai cinquestelle che ribadiscono di essere favorevoli al progetto per la coltivazione e la distribuzione regionale della cannabis purché nel frattempo sia garantita ai pazienti la continuità assistenziale, che oggi non c’è.

Non c’è più tempo” a sostenerlo, il consigliere regionale Casili “il Presidente Emiliano si decida a trattare l’argomento non solo a parole ma con i fatti, il diritto alla salute dei tanti malati non può essere svilito e mortificato dall’inerzia del Governo regionale. Pertanto il M5S chiederà con forza che venga discussa la proposta di legge per la coltivazione e trasformazione in loco della cannabis terapeutica che va incardinata in commissione sanità e poi portata velocemente in aula per il voto finale. Se il Governo nazionale tarderà a intervenire sulla materia, la Regione potrà muoversi nel perimetro di sua competenza e sbloccare l’avvio sperimentale per la sua coltivazione. Chiediamo inoltre che la Giunta si renda protagonista di un atto di coraggio autorizzando le Asl all’importazione diretta della cannabis anche fuori dai confini europei come avviene oggi con l’Olanda attraverso l’azienda Bedrocan”.

Un tavolo di lavoro organizzato da Asl Lecce

Un tema molto sentito anche in Asl Lecce, affrontato durante un incontro tra il Direttore Sanitario, Antonio Sanguedolce, Maria Rita Canitano, referente della Direzione Sanitaria, il primario della Neurologia del “Fazzi”, Giorgio Trianni, e una delegazione dell’Associazione “La Piantiamo” di Racale assieme ad una rappresentanza di Taranto e Foggia.

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Gruppo di lavoro Asl Lecce su cannabis terapeutica

Risale ai mesi scorsi la richiesta di ascolto su questo tema. Richiesta accolta da ASL Lecce che nel Gruppo di lavoro aziendale che si occupa dell’uso terapeutico della cannabis ha incluso i rappresentanti dei pazienti.

“Denunciamo la difficoltà – hanno detto i pazienti e i loro rappresentanti – ad avere le prescrizioni di alcuni farmaci e anche l’inadeguatezza dei farmaci a disposizione, oltre che una certa resistenza da parte di alcuni medici a prescrivere la cannabis. Chiediamo anche che venga riconosciuta la dignità delle nostre patologie e una maggiore sensibilità da parte dei medici, oltre al superamento delle lentezze dovute alla burocrazia, senza essere costretti a condividere i farmaci con chi non riesce ad accedervi”.

L’azienda sanitaria ha illustrato, nell’incontro di questa mattina, il percorso delineato già nei mesi scorsi, deliberando un elenco di medici prescrittori pubblici, anestesisti, neurologi ed altre figure, individuati su base territoriale per consentire una maggiore omogeneità ed equità delle prescrizioni.

Un incontro utile – ha detto Sanguedolce – per analizzare direttamente il tema e farlo con i pazienti che rappresentano un’esigenza. Vogliamo trasformarlo in un’occasione per un cambio di passo sull’intera questione. La Asl già da qualche mese si occupa di questo problema e di alcuni casi specifici, cercando di venire incontro ai pazienti nel rispetto dell’appropriatezza prescrittiva. Per questo abbiamo istituito un gruppo aziendale multidisciplinare per raggiungere una soluzione. Queste esigenze comuni che vengono fuori possono divenire un contatto costante con il gruppo di lavoro misto, con il coinvolgimento diretto dei rappresentanti dei pazienti, portatori di esperienza sul proprio corpo. Un confronto costruttivo e permanente, utile anche per la ASL, non solo quando si verifica un problema: vogliamo risolvere ogni difficoltà e vogliamo farlo tutti insieme”.