Posti in piedi alle lezioni: ci si siede per terra. Sos nelle aule dell’Unisalento

L’associazione studentesca Link accende i riflettori ancora una volta sulle carenze infrastrutturali dell’ateneo salentino: “le lezioni – dicono – sono riprese in aule troppo piccole per contenere tutti, costringendo gli studenti a soluzioni di fortuna”.

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Non proprio tutto perfetto al termine della prima settimana di lezioni in alcuni corsi di laurea dell’Università del Salento: al centro dell’attenzione, ancora una volta, i problemi strutturali dovuti alla carenza di spazi idonei a garantire un’ottimale apprendimento agli studenti.

La denuncia arriva dall’associazione studentesca “Link” che lamenta come “durante le lezioni delle facoltà di Scienze della Formazione, Scienze Politiche e Sociali e di Lettere Filosofia Lingue e Beni Culturali, molti studenti hanno scoperto con grande sorpresa che ad attenderli non c’erano aule con posti sufficienti a garantire ad ognuno una sistemazione adeguata. Così molti si sono visti costretti ad adattarsi per terra o in piedi sfidando la scomodità e il disagio per tante ore di lezione”.

Le foto che ha diramato l’associazione degli studenti parlano chiaro: aule stracolme e studenti costretti ad adattarsi in qualche modo, appoggiati alle pareti o addirittura seduti al suolo.

“Questa situazione – si legge in una nota di Link – va ad ampliare e aggravare il quadro di emergenza generale, che può essere così sintetizzato: gli studenti sono quasi quotidianamente costretti a vivere situazioni inconvenienti, alcune lezioni si svolgono in aule poco capienti e con pochi posti a sedere rispetto agli effettivi frequentanti dei corsi; non mancano poi sovrapposizioni di lezioni dello stesso anno di corso, che costringono così gli studenti ad una scelta obbligata; le comunicazioni e le informazioni sono in alcuni casi state in contrasto tra di loro o poco chiare, gli orari sono stati pubblicati con forte ritardo, a ridosso dell’inizio delle lezioni, comportando per alcuni studenti fuori sede l’impossibilità di organizzarsi in tempo per trasferirsi a Lecce e cominciare a frequentare; le risposte alle domande poste per avere chiarezza a riguardo sono state spesso evasive, causando soltanto confusione e mala interpretazione”.

“La frequenza tende a diminuire, ma non è una giustificazione”

Secondo molti la situazione è temporanea, dal momento che dopo i primi giorni di lezione la frequenza da parte degli studenti tende fisiologicamente a calare. Ma proprio alla luce di questo, i rappresentati si chiedono se non siano proprio i disagi vissuti a spingere molti studenti ad abbandonare le lezioni durante il periodo didattico.

“È inaccettabile però – prosegue Link – che l’Università non faccia nulla per risolvere questi problemi ma sembri anzi cieca di fronte a questo svilimento dell’individuo in quanto studente, come se non avesse alcun valore, ma fosse solo un numero da sottoporre a questa forse involontaria selezione naturale”.

“Abbiamo per questo chiesto un incontro pubblico al rettore, per poter presentare i dati, raccolti in pochi giorni, ma già molti ed efficaci – dichiara Rosanna Carrieri, coordinatrice di Link Lecce – e discutere di soluzioni effettive e reali, che risolvano il problema alla radice, senza fare ancora false promesse che, al giro della chiave, si dimostrano solo fumo”.

Siamo pronti a mobilitarci affinché la didattica nel nostro ateneo non sia una prerogativa di pochi, ma sia accessibile a tutti e tutte, affinché il percorso formativo non sia più precario, ma miri a ridare dignità alla figura dello studente”, conclude.