Castro, ecco la dea Minerva: una statua emerge durante gli scavi archeologici

Durante degli scavi archeologici avvenuti a Castro è emersa la statua che raffigurerebbe – molto probabilmente – la dea Minverva. Rafforzata l’ipotesi che sia questa la ‘rocca del tempio di Minerva’.

Emerge in tutta la sua maestosità, confermando i pareri degli studiosi: una statua di donna raffigurante – con ogni probabilità del caso – la dea Minerva. Incredibile scoperta quella avvenuta nelle scorse ore nei pressi del centro storico di Castro, graziosa cittadina del sud Salento. Il ritrovamento, effettuato durante degli scavi archeologici, testimonia quanto già ipotizzato in tempi non sospetti, ovvero che “la rocca con il tempio di Minerva”, luogo dove Enea – protagonista del poema virgiliano – si rifugiò fuggendo da Troia, fosse proprio nella nota località turistica. Stando alle prime stime, tale scultura dovrebbe risalire al quarto secolo A.C.. Al momento, gli esperti hanno rinvenuto soltanto busto, falange e dita di una mano, sebbene non escludano che nei paraggi possano trovarsi anche gli altri pezzi mancanti.
 
C’è un dettaglio da sottolineare: il monumento era posizionato su un lato. Ciò perché l’intento degli antichi – sostengono i professionisti del settore – era quello di lasciare delle tracce a testimonianza di quel tempio dedicato alla divinità romana. E non è tutto. La scoperta chiude una discussione – durata secoli – circa l’esatta collocazione del posto che accolse il mitologico Enea. Se non altro perché nei mesi scorsi furono portati alla luce dei pezzi della balaustra di protezione della statua stessa che, presentando un motivo floreale a traforo, oggi potrebbero confondersi col barocco leccese. Gli scavi, finanziati dall’Unione Europea, proseguiranno sotto l’attenta supervisione dell’Università del Salento e della Sopraintendenza per i beni archeologici.
 
I lavori di scavo portano la firma del dott. Amedeo Galati, archeologo, impegnato sul sito da quasi sei anni e assistito dai topografi Fabrizio Ghio e Alessandro Rizzo. La direzione scientifica, invece, è del prof. Francesco D’Andria dell’Università del Salento. La sorveglianza per conto della soprintendenza di Taranto è della dottoressa Laura Masiello.



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