Ce la faremo, il messaggio di speranza diventa un’opera d’arte: è la creazione di un artista di Nardò per la città

Dell’Angelo Custode, un artista di Nardò, ha voluto donare alla città una sua opera dal titolo ‘speranza’. Si tratta di una installazione in metallo con la scritta ce la faremo.

«Ce la faremo» non sono più ‘semplici parole’. È un messaggio di incoraggiamento ripetuto spesso in questi giorni difficili. «Uniti ce la faremo» ha detto in premier Giuseppe Conte quando ha chiamato a raccolta gli italiani per chiedere uno sforzo per combattere il Coronavirus, per vincere questa complicata battaglia. Lo ha detto anche il comandante-eroe della nave Diamond Princess Gennaro Arma. «Trovo che nei momenti di difficoltà ed emergenza il popolo italiano sia un popolo meraviglioso, che tira sempre fuori il meglio. Rispettando le regole e restando uniti ce la faremo» ha dichiarato ai microfoni di Sky Tg24 una volta tornato a casa dopo la quarantena in Giappone.

«Ce la faremo» è anche la scritta che spicca in piazza Mazzini a Nardò. È l’opera d’arte, dal titolo Speranza, realizzata da Daniele Dell’Angelo Custode e donata alla città con l’obiettivo di incoraggiare tutti a lottare e resistere per superare questa fase difficile.

L’installazione in metallo – che si discosta dalla classica produzione dell’artista neretino – è ispirata allo slogan #andràtuttobene, diventato virale sui social in queste lunghe settimane di restrizioni e isolamenti forzati.

Nella struttura, alta circa tre metri, è facilmente leggibile, in verticale, dall’alto verso il basso, la frase “ce la faremo”, all’interno di una ideale cornice dipinta con i colori della bandiera italiana. Anche la scelta cromatica delle lettere azzurre è tutt’altro che casuale.

«Ce la faremo – commenta il consigliere comunale Gianluca Fedele che ha seguito le operazioni di realizzazione e installazione –  è il messaggio, la frase che Daniele Dell’Angelo Custode ha voluto sagomare con la lamiera di ferro, rivolgendosi a tutti in questo momento di difficoltà e caricandola ulteriormente di significato perché prima di essere artista, è un artigiano italiano, come tanti desideroso di ricominciare a lavorare e produrre».

È un omaggio alla città. Una speranza, appunto, come l’autore ha voluto chiamare l’opera, una speranza che vuole essere solida come il materiale che ha dato corpo e anima all’opera stessa.



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