Youtuber, youcretini, youdelinquenti. Dove portano le nuove frontiere del web

Dovrebbe far riflettere, anzi invitare ad agire, quanto accaduto a Roma, dove in un incidente mortale, causato forse per una sfida sui social, è morto un bambino

La notizia dell’incidente mortale di Roma causato, stando alle prime ricostruzioni, dagli youtuber che per una sfida da condividere sui social, sfrecciavano a tutta velocità a bordo di una vettura di grossa cilindrata e si divertivano a prendere in giro gli automobilisti delle macchine utilitarie, pensandoci bene non sorprende. Spezza il cuore il fatto che sia morto un bambino di 5 anni, per sempre sottratto alla vita e all’affetto dei genitori  per uno scherzo stupido…ma dire che ci si sorprenda… proprio no!

Perché il fondo a cui portano i comportamenti di questi ragazzini viziati, privi di passato e privi di futuro, ancora non lo abbiamo toccato. È lunga ancora la strada verso il rincoglionimento diffuso anche se si sta percorrendo con una bella andatura.

Non si può più tacere. Non ci si può rassegnare. Occorre intervenire. Ne abbiamo le tasche piene di queste challenge, di queste sfide sul nulla. Non su quanti libri si leggono in un mese, su quante poesie o canzoni si imparano a memoria, su quante cose si costruiscono e su quante se ne inventano. Sfide, invece, sul mangiare cose immangiabili, sul bere cose imbevibili, sull’andare sempre più oltre dalla parte sterminata dell’idiozia. Il tutto per i like e per i follower che portano soldi facili. Soldi che non dipendono da un sapere, da una abilità, da un talento, ma proprio dal non avere alcun sapere, alcuna abilità e alcun talento.

Le piattaforme su cui girano questi contenuti hanno un che di diabolico: un loop infinito che solletica il nichilismo più totale. Occorre intervenire sulla qualità di ciò che si pubblica in Rete, considerando i proprietari di questi social come i veri responsabili delle conseguenze che si generano a valanga.

Cosa che non vuole essere una deresponsabilizzazione delle famiglie, assolutamente. Anzi…ma non è più possibile consentire di mettere in circolazione contenuti così insulsi, così violenti, così volgari.

Una battaglia di retroguardia? Tutt’altro. Perché in tempi come questi la vera libertà passa dal mettere una barriera a questi comportamenti incivili. La vera libertà sta nel dire un bel no. La vera libertà sta nel pretendere più rispetto per noi e per le persone a cui teniamo.