Coltivare la speranza e raccoglierne i frutti: a Borgo San Nicola una serra di pomodori

Quindici detenuti del carcere di Borgo San Nicola hanno partecipato ad un progetto che li ha visti coltivare oltre duemila piante di pomodori all’interno di una serra, costruita appositamente in un’area dell’istituto carcerario, di mille metri quadri suddivisi in due settori.

La speranza va coltivata, giorno dopo giorno. Una metafora che accompagna chi, nella vita, ha commesso degli errori. Nella Casa Circondariale di Lecce, però, i detenuti coltivano nel vero senso della parola dei pomodori “nel deserto”, dando vita ad un sistema carcerario definito “sostenibile”. Obiettivo raggiunto dal progetto degli ortaggi in serra nelle carceri, ideato da Maria Antonietta Zecca grazie al supporto della Cooperativa San Rocco di Leverano e fortemente voluto dalla dott.ssa Rita Russo, direttore dell’Istituto Carcerario del Capoluogo Salentino. Un progetto che si sostiene grazie alle somme destinate ad “Impresa Intramuraria”, accantonate in Cassa-ammende. A partire dal mese di Dicembre 2015, infatti, diverse erano le attività di formazione in aula e di realizzazione di un serra, montata all’interno del perimetro di sicurezza di Borgo San Nicola. Mille metri quadri coltivabili, suddivisi in due settori da cinquecento metri l’uno.

Dal Lunedì al Venerdì, all’interno della serra e nel rispetto di rigide regole di protocollo, quindici detenuti – suddivisi in due squadre – hanno preparato il terreno per fare attecchire le colture, piantando poi oltre duemila piante di pomodori, iniziando a raccogliere gli ortaggi. “Siamo molto soddisfatti del lavoro svoltoha dichiarato il tutor, l’Agrotecnico Luigi Zeccala produzione è stimata fra i quaranta e i quarantacinque quintali di  pomodori suddivisi fra ‘insalataro’ e ciliegino”.

Si tratta di un risultato che ha stupito prima di tutto i detenuti stessi, i quali per la prima volta hanno potuto toccare con mano i frutti del loro lavoro”, ha invece precisato l’ideatrice del progetto, Maria Antonietta Zecca, da un trentennio impegnata nello sviluppo di progetti sociali e di marketing.

La terra, il duro lavoro nei campi, possiede lo straordinario potere di far diventare le persone migliori. Fa capire come si ottengano risultati col sudore della fronte, l’impegno e la pazienza. In più si crea economia e, in tal modo, la società ne trae benefici”.



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