Una chiave scolpita col ferro, sebbene il materiale passi in secondo piano rispetto al più intenso significato. Lo strumento punta simbolicamente ad aprire i cuori dei cittadini leccesi affinché non dimentichino uno dei benefattori che tante opere hanno compiuto per la nostra città. Giungono al momento più significativo le iniziative realizzate in occasione dei 400 anni dalla morte di San Bernardino Realino, «padre spirituale e protettore della città di Lecce». Stamattina infatti, presso l’Aula Consiliare del Comune di Lecce, il Sindaco Paolo Perrone (come già fu fatto con San Bernardino Realino, 400 anni addietro, dall’allora governatore Sigismondo Rapanà) ha consegnato all’Arcivescovo di Lecce, Mons. Domenico D’Ambrosio, le chiavi della città. Dopodiché, gli amministratori locali hanno scoperto la lapide commemorativa dell’ “anno Bernardiniano”. Anno che, come ribadito più volte nella tre giorni di proposte tenutesi nel capoluogo salentino dal 13 al 15 Ottobre, si è aperto nel gennaio scorso, attraverso una serie di eventi distribuiti nel corso del 2016.
Delle iniziative “certamente preziose, perché a lui Lecce è debitrice non solo per l’Arte del Barocco, ma anche a seguito della grande attività sociale orientata all’istruzione e all’educazione umana”, ha riferito il primo cittadino nel suo discorso a Palazzo Carafa. San Bernardino Realino, costruttore della Chiesa del Gesù (oggi conosciuta meglio nei termini di “Chiesa del Buon Consiglio) e del Grande Collegio – o Palazzo dei Cassinesi – divenuto poi la prima Università di Lecce e posto all’ingresso centrale del Palazzo di Città. “Oggi rinnoviamo l’offerta di quella chiavi – prosegue Perrone – onorando nella figura di Realino uno dei grandi costruttori di Lecce”. “Come Sindaco – conclude – non posso non cogliere l’occasione per riportare i nostri concittadini alla bellezza e al valore delle loro radici storico-artistiche e socio-culturali, offrendo in particolare ai nostri giovani l’ispirazione alla formazione in un’ottica di cittadinanza attiva”.
“Un protagonista della storia di Lecce – ha ulteriormente sottolineato l’Arcivescovo D’Ambrosio – che è riuscito a guadagnarsi una vera e propria autorità tramite le sue azioni. Entrando, poi, nel mondo della cultura e della religione”. “Quello che stiamo facendo, quello che stiamo vivendo – conclude – anche con questo piccolo segno di dono della lapide fornisce la risposta a una domanda: di chi stiamo parlando? Semplice, di San Bernardino Realino”.
Come con Bernardino, la storia si ripete: consegnate all’Arcivescovo le chiavi della CittÃ
Stamattina sono state consegnate le chiavi della città, da parte del Sindaco Paolo Perrone, all’Arcivescovo Domenico D’Ambrosio. Quattrocento anni fa, avvenne lo stesso gesto con San Bernardino Realino.