‘Queste persone non ci rappresentano, siamo gente perbene’ la comunità pakistana prende le distanze dal vandalo di Viale Oronzo Quarta

Il presidente dell’Associazione Nazionale Italia Pakistan pronto a collaborare con le istituzioni su progetti formativi mirati per categorie a rischio presenti sul territorio italiano

La comunità pachistana è provata. L’azione insensata e violenta che stamattina ha visto come triste protagonista un loro connazionale li ha sconvolti. L’uomo, Usman Muhammad, 28enne, visibilmente fuori di sé, ha preso a sassate alcune vetture parcheggiate nel piazzale antistante la stazione ferroviaria di Lecce, mandandone in frantumi i vetri.

Si tratta di tante famiglie e di tanti lavoratori che nulla hanno a che fare con quella persona e con il suo folle gesto che ha spaventato tanti cittadini e tanti turisti che si trovavano in una delle zone più difficili di Lecce, anche se a pochi passi dagli Uffici Immigrazione della Questura del capoluogo.

«Queste persone non ci rappresentano, non fanno parte della nostra comunità, siamo gente perbene e integrate», racconta Matloob Bwra, membro dell’associazione Nazionale Italia Pakistan salentina.

Tanta la paura che in momenti come questi si possa commettere l’errore di fare inutili generalizzazioni. Tanti cittadini pakistani danno il loro contributo alla società e all’economia leccese, i loro figli frequentano le nostre scuole. Occorre isolare e punire secondo legge chi compie atti violenti, ma bisogna rispettare coloro che con il proprio lavoro contribuiscono alla crescita di una città in cui le sacche di emarginazione non smettono di gonfiarsi.

«Siamo pronti con il dovuto e necessario supporto delle istituzioni italiani – dichiara Karim Benvenuto, presidente della sezione leccese di Anip – ad elaborare strategie di prevenzione e di intervento formativo per affiancare il lavoro delle Forze dell’Ordine e degli operatori sociali tramite progetti formativi mirati per categorie a rischio presenti sul territorio italiano ed evitare deplorevoli episodi di vandalismo come quello a cui abbiamo assistito oggi. Lo vogliamo fare tramite una corretta informazione senza barriere linguistiche, instaurando relazioni interculturali e anche fornendo la necessaria comprensione delle leggi e delle norme comportamentali previste in Italia».