Congedo mestruale, cos’è e a che punto è la legislazione in Italia

Il congedo mestruale è la possibilità offerta alle donne che hanno ciclo mestruale doloroso di assentarsi dal lavoro per alcuni giorni.

In questi giorni si parla sempre di più del congedo mestruale per il quale si intente un permesso che consentirebbe di assentarsi dal lavoro per un massimo di 3 giorni al mese e ne potrebbero usufruire tutte le lavoratrici, con ogni tipo di contratto, sia nel pubblico che nel privato. Ebbene passi da gigante sono stati fatti in Spagna, che funge da apripista in Europa e dove il congedo mestruale è legge da quest’anno, mentre l’Italia è ferma ai box di partenza con una proposta che giace in Parlamento ormai da diversi anni, intanto le aziende si muovono in autonomia e dinanzi ai rallentamenti della politica va avanti il ‘fai da te’.

È successo a Venezia, infatti, che, per la prima volta nel nostro Paese, le dipendenti di una nota azienda veneta abbiano potuto usufruire del congedo mestruale attraverso un regolamento interno che è stato anche più generoso della legislazione spagnola perché consente alle donne di usufruirne senza certificato medico, ma attraverso l’auto-dichiarazione di un ciclo particolarmente doloroso. Un esempio di welfare femminile innovativo e senza precedenti che mira al benessere sul posto di lavoro e al miglioramento del clima aziendale.

Sono migliaia in Italia le lavoratrici che si trovano ad affrontare ogni mese i dolori intensi procurati dal ciclo mestruale, in quella che è una questione di salute e un’inabilità temporanea equiparabile ad altri disturbi o patologie ed è così che a due settimane dalla giornata contro la violenza sulle donne parlarne risulta utile e funzionale per meglio comprendere, nella sua totalità, questo affascinante e complesso mondo femminile.

Di fatto quando si parla di diritti le donne sono sempre in prima linea nella lotta di questo o di quell’altro obiettivo da raggiungere in quella che appare, come al solito, una salita dura e faticosa. Molto è stato fatto, ma moltissimo ancora c’è da fare attraverso, anche e soprattutto, uno sguardo costante sul lucido binomio tra lotte che durano da decenni e obiettivi realmente raggiunti e dove purtroppo il ruolo della donna appare ancora oggi opaco e subordinato. Insomma appartenere al ‘gentil sesso’ costa ogni giorno forza e sacrificio e la società in questo non ci aiuta perché di fatto viviamo ancora in un contesto dove le barriere che bloccano l’emancipazione fanno parte del tessuto sociale stesso e sono spesso rigide o invalicabili.