‘Consegnateci i lavori della 275’. La contromossa di Quinto ‘impossibile, non si può ignorare la sentenza del 2014’

Arriva subito la contromossa della Matarrese-Coedisal alla richiesta avanzata ad Anas da parte del gruppo temporaneo di impresa CCC-Igeco-Aleandri, di affidamento dei cantieri. L’avvocato Pietro Quinto ‘impossibile, non si può ignorare la sentenza del Consiglio di Stato’

Quella della strada statale 275 sembra essere una telenovela infinita, che si arricchisce ogni giorno di un nuovo colpo di scena. L’allargamento della Maglie-Leuca è considerata un’arteria strategica per un territorio che vuole fare del turismo la sua punta di diamante, nonostante non manchi chi storce il naso davanti al faraonico progetto, considerandolo inutile. L’ultimo capitolo è stato scritto nelle scorse ore, quando il raggruppamento temporaneo di imprese tra CCC, Aleandri e Igeco ha chiesto all’ente di gestione delle strade di approvare il progetto esecutivo già consegnato nel luglio del 2014, dichiarando la sua disponibilità ad avviare immediatamente il cantiere. Insomma, il raggruppamento che – a suo dire – sarebbe l’unico soggetto aggiudicatario dell’appalto ha passato la palla ad Anas, chiamata a decidere se affrontare (ancora) un lungo contenzioso davanti alla giustizia amministrativa in caso di un nuovo annullamento d’ufficio.  
 
La contromossa dell’ATI Matarrese/Coedisal all’iniziativa della CCC-Igeco-Aleandri sulla pretesa di vedersi consegnare i lavori come se nulla fosse accaduto, non si è fatta attendere.
 
L’avvocato Pietro Quinto, infatti, ha preso carta e penna e ha scritto sia all’Anas che all’Anac – l’autorità nazionale anticorruzione – che “tutto è opinabile e può essere messo in discussione ad eccezione di quanto affermato dal Consiglio di Stato con la sentenza numero 3344 del 2014, avente forza di giudicato”.
 
Il senso di quanto affermato è questo, come si legge nella nota stampa a firma di Quinto: “in virtù di gravi illegittimità la Commissione di gara dell’Anas ha affidato i lavori della 275 alla CCC invece che all’ATI Matarrese, che ne aveva diritto, ed ha altresì motivato sulle gravi illegittimità che hanno inficiato l’aggiudicazione”.
 
In particolare, come spiega il legale, il Consiglio di Stato ha affermato che non era ammissibile la sostituzione dell’originaria mandataria Uniland con la CCC “ostandovi il divieto previsto dall’art. 37 del Codice degli Appalti  della modifica soggettiva dei raggruppamenti che hanno formulato l’offerta di partecipazione alla gara”.
 
Tanto più – si legge nella sentenza del Consiglio di Stato – perché il recesso di Uniland è stato finalizzato “dall’intento elusivo di occultare il difetto del requisito di regolarità contributiva come accertato inter partes in altra causa”.
 
Un altro vizio accertato è quello della sostituzione della consorziata designata Mucafer (vicenda che ritroviamo anche nella storia dell’ospedale di Lecce) con altre tre cooperative e sul punto il Consiglio di Stato ha affermato come non sia stata smentita la circostanza “per cui la reale ragione della sostituzione della Mucafer sarebbe stato un debito di oltre 4 milioni di euro nei riguardi dell’Erario e che quindi la sua sostituzione avrebbe avuto la finalità di eludere una causa di esclusione”.
 
Lo stesso Consiglio di Stato – continua l’Avv. Quinto – alla luce dei vizi commessi ai danni dell’ATI Matarrese-Coedisal ha affermato che “la stazione appaltante avrebbe dovuto procedere, ai sensi dell’art. 37 c. 10, all’annullamento dell’aggiudicazione e alla declaratoria di nullità del contratto fermo ogni ulteriore profilo di responsabilità dell’impresa nei confronti della stazione appaltante”.
 
Ed è per questo che il Consiglio di Stato ha concluso condannando l’Anas al risarcimento del danno (circa 10 milioni di euro) nei confronti dell’ATI Matarrese-Coedisal, affermando testualmente che “resta comunque salva la possibilità che Anas nella sua esclusiva e responsabile competenza in relazione alle «macroscopiche illegittimità» rilevate faccia luogo all’eventuale auto annullamento in autotutela dell’aggiudicazione ed alla conseguente risoluzione del contratto”.
 
Poiché tali «macroscopiche illegittimità» accertate in sede amministrativa hanno trovato un ulteriore riscontro nelle affermazioni oggetto di accertamento penale della “dama nera”, che ha definito la vicenda della 275 la “vergogna delle vergogne” è impossibile che l’Anas possa far finta di niente.
 
Se fosse così – afferma il legale dell’Ati Matarrese – le «macroscopiche illegittimità» sarebbero denunziate in sede penale da chi ha subito nel 2012 la illegittima estromissione dall’aggiudicazione. E invero se tutto ciò non fosse accaduto dal 2012 la Matarrese avrebbe già cantierizzato i lavori della 275”.
 
Certo – conclude l’Avv. Quinto – tutto può succedere, secondo quanto dichiarato da Cantone e riportato da alcuni organi di stampa, ma di certo non l’aggiudicazione alla CCC. A questo proposito è da chiedersi come sia stato possibile che dopo la sentenza del Consiglio di Stato risalente al 3/7/2014 si sia arrivati solo a dicembre 2015 a registrare un intervento – proceduralmente non condivisibile di ANAC, che, mettendo tutto in un unico calderone, invece di sciogliere i nodi della vicenda li ha ulteriormente ingarbugliati. Ed è anche sorprendete l’ulteriore affermazione, riportata sulla stampa di ieri, del Presidente di Anac, secondo cui la strada 275 «sarebbe diventata inutile»”.



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