Dal Consiglio di Stato arriva lo stop alla realizzazione di una nuova darsena a Porto Cesareo

“Palazzo Spada” ha confermato la decisione del Tar di Lecce, legittimando l’operato comune difeso in giudizio dall’Avvocato Antonio Quinto.

Il Consiglio di Stato torna ad occuparsi delle concessioni demaniali marittime e lo fa in una importante vicenda riguardante il progetto per la realizzazione di una nuova struttura dedicata alla nautica da diporto che avrebbe dovuto affiancare le tre darsene già esistenti all’interno della baia della Strea presentato da un imprenditore al Comune di Porto Cesareo.

I Giudici di Palazzo Spada, con sentenza del 3 giugno scorso (Presidente Giovagnoli, Relatore Morgantini), confermando la precedente decisione del Tribunale Amministrativo Regionale di Lecce, hanno rigettato il ricorso contro il diniego alla realizzazione dell’opera, con ciò legittimando l’operato del dell’Amministrazione difesa in giudizio dall’Avvocato Antonio Quinto.

L’Avvocato Antonio Quinto

E’ stata, in particolare, affermata la valenza generale del recente regolamento n. 1/2020 con cui la Regione Puglia ha disciplinato proprio le procedure di insediamento dei punti di ormeggio, prescrivendo l’obbligo dell’espletamento della gara pubblica prima dell’assegnazione di nuovi specchi d’acqua, sicché non è invocabile un diritto del privato alla concessione neanche dopo aver conseguito tutti i pareri delle Autorità competenti in materia.

Il Consiglio di Stato ha evidenziato che resta una prerogativa dell’Amministrazione la scelta se concedere o meno una porzione del demanio a scopo di lucro, nonché quella di individuare il sito indipendentemente dalle proposte private e di stabilire le regole di gara valevoli per tutti i partecipanti al fine di garantire il massimo confronto concorrenziale, al pari di ogni altra gara d’appalto.

I fatti

La questione prende origine nel 2006 con la presentazione del progetto per un nuovo punto di ormeggio sul quale l’Ufficio tecnico esprime un assenso sotto il profilo urbanistico e nel 2010 viene pubblicato altresì il Rende Noto secondo le disposizioni del Codice della Navigazione all’epoca vigenti.

L’iter va avanti per oltre 10 anni a causa di un contenzioso con la Soprintendenza conclusosi favorevolmente per il proponente, all’esito del quale lo stesso presentante torna al Comune a chiedere il rilascio della concessione.

L’Amministrazione Comunale, pur prendendo atto del completamento dell’istruttoria tecnica e dei pareri favorevoli intervenuti, oppone il diniego evidenziando che, nel frattempo, la Regione Puglia ha regolamentato la materia prescrivendo l’obbligo di una gara aperta a tutti sulla base di criteri di valutazione da stabilire preventivamente in ossequio ai principi di pubblicità e concorrenza di matrice eurocomunitaria.

Da qui il contenzioso davanti al Tar e al Consiglio di Stato che, condividendo le tesi difensive svolte da Antonio Quinto, hanno affermato che la normativa regionale è conforme ai principi di concorrenza e libertà di impresa fissati dalla Costituzione e che non ci sono vincoli derivanti dal precedente avviso di Rende Noto.

“La decisione è di particolare interesse – ha commentato il legale – perché chiarisce i termini di applicazione del nuovo regolamento regionale in materia di nautica da diporto del gennaio 2020, evidenziando che di tale regolamento i Comuni costieri devono necessariamente tenere conto anche con riferimento alle pratiche anteriori alla relativa entrata in vigore”.