La pesca e i pescatori tra sostenibilità ambientale e ricadute economiche. A Gallipoli una tavola rotonda

L’incontro è organizzato dalla Diocesi di Nardò-Gallipoli, da Fai Cisl Lecce e da Fai Cisl Puglia. Al termine la proiezione del docufilm ‘Centootto’.

Come coniugare la sostenibilità ambientale e la sostenibilità economica che comporta, o dovrebbe comportare, ogni provvedimento assunto. A cominciare dal settore bistrattato della pesca e dalla categoria non sempre tutelata dei pescatori.

Sarà questo il focus della tavola rotonda che si terrà oggi pomeriggio, alle 17.00, presso l’atrio della Cattedrale di Sant’ Agata a Gallipoli. L’ incontro dal titolo: ‘La sostenibilità ambientale, sociale, economica: sfida globale nel rapporto tra l’uomo e la natura‘, è organizzato dalla Diocesi di Nardò-Gallipoli, da Fai Cisl Lecce e da Fai Cisl Puglia.

Dopo i saluti di Ada Chirizzi, Segretario Generale Cisl Lecce e Gianluigi Visconti, Segretario Generale Fai Cisl Lecce, sono previsti gli interventi di Onofrio Rota, Segretario Nazionale Fai Cisl, degli assessori regionali Donato Pentassuglia e Anna Grazia Maraschio, del sindaco di Gallipoli Stefano Minerva, del direttore della Pastorale del Lavoro della Diocesi di Nardò – Gallipoli, don Stefano Marulli, di Pietro Spagnoletti (Coldiretti Impresa Pesca Regionale) e Guglielmo Corallo (referente AGCI Lecce).

Al termine della tavola rotonda sarà proiettato il docufilm ‘Centootto‘ (prodotto da Fai Cisl e Confronti Kino), che racconta il sequestro del peschereccio Medinea, avvenuto al largo della Libia e durato centootto giorni, dal punto di vista di alcuni membri dell’equipaggio e di chi, a terra, si adoperó per il loro ritorno.

La Fai Cisl, che rappresenta circa 200.000 lavoratori dell’agricoltura e attività connesse, dell’industria alimentare, delle foreste, della pesca e del tabacco, è molto legata a quell’episodio che seguì da vicino, dando supporto non solo morale alle famiglie dei pescatori che – esasperate da un’attesa che pareva interminabile – decisero di protestare a oltranza a Montecitorio fino a quando le loro famiglie non tornarono a casa.



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