Dopo le numerose polemiche che hanno accompagnato le decisioni in merito alle celebrazioni religiose in occasione della festività patronale, il vescovo della diocesi di Nardò-Gallipoli, Fernando Filograna, ha deciso: la processione solenne del simulacro di San Giuseppe da Copertino avrà luogo la sera del 16 settembre, con il consueto tragitto lungo le vie cittadine. Cancellata quindi la tradizione della processione solenne del 18, giorno in cui la Chiesa ricorda il transito del Santo dei Voli.
L'annuncio ufficiale è stato dato sabato sera durante la novena dal rettore del Santuario, padre Vincenzo Giannelli, che ha comunicato ai fedeli come il vescovo sia arrivato ad una «decisione di unità, perché sarà la processione di tutta Copertino, clero, religiosi e laici, da vivere con fede intorno a San Giuseppe».
Quindi non più due processioni ma una sola. Dopo l'acceso dibattito scatenatosi soprattutto in rete tra cittadini, associazioni e vari esponenti laici, il vescovo Filograna ha spiegato la sua decisione con una lettera indirizzata al sindaco di Copertino. «Apprezzo molto la devozione dei cittadini di Copertino verso il Santo Patrono – scrive il presule – anche se non condivido lo spreco di denaro che avviene in questa circostanza e che non lascia segni tangibili per il bene e lo sviluppo della città, in modo particolare a favore dei poveri. Nel corso dell'anno, mosso da esplicite richieste di fedeli di porre fine a tanto spreco e di riscoprire la festa del Patrono come dono di Dio e bisogno dell'uomo, ho consultato il clero, i religiosi, i laici e li ho trovati sensibili e concordi con le indicazioni della Conferenza episcopale pugliese e con i decreti dei miei predecessori».
Favorevoli a questa decisione di ridurre il culto all'essenziale, diversi laici appartenenti a realtà ecclesiali cittadine avevano già manifestato la propria vicinanza al vescovo, ai sacerdoti e ai frati nel momento in cui sarebbero stati bersagliati da pesanti critiche e attacchi verbali.
Dal canto suo, il sindaco Sandrina Schito non entra nel merito delle decisioni curiali. «Ho grande rispetto per le tradizioni e la devozione verso il nostro Santo – ha dichiarato – ma ritengo che l'istituzione preposta alle questioni religiose sia quella rappresentata dalla massima autorità che è il vescovo. Nelle questioni ecclesiastiche un sindaco non può e non deve intervenire. Per quello che attiene la sicurezza, invece, questo è compito del sindaco e assicuro la città che sono stati fatti tutti i passaggi richiesti, ancorché necessari».
