Coronavirus: nessun caso in Puglia. Tutte le regole da seguire

I cento test eseguiti in Puglia su persone con sintomi sospetti sono stati tutti negativi. Per ora basta seguire le ‘regole’ del Ministero della Salute

Da quando la Regione Puglia ha “invitato” chi rientra a casa dalle zone a rischio (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia- Romagna) e chi ha soggiornato lì negli ultimi quattordici giorni a chiamare i medici di famiglia o il Dipartimento di prevenzione della Asl, ci sono state circa 9mila telefonate. Tante, in poco più di 24 ore, ma non significa che siano tutte persone rientrate dal Nord. Molti hanno semplicemente bisogno di chiedere informazioni sul coronavirus che ‘spaventa’ anche una Regione che, al momento, conta zero casi e tutti i campioni eseguiti (100 solo nella giornata di ieri) negativi.

Che cosa bisogna fare quindi? Nulla, se non seguire le semplici regole per limitare la diffusione del virus. Lavarsi bene le mani con acqua e sapone per almeno 60 secondi; usare gel disinfettanti; evitare di toccare naso, occhi e bocca con le mani; mantenere la ‘distanza di sicurezza’ (almeno un metro) con le persone che soffrono di infezioni respiratorie acute o febbre e chiamare il numero 1500 messo a disposizione dal ministero della Salute in caso di emergenza, di sintomi sospetti o semplicemente per ricevere informazioni. È  gratuito da fissi e cellulari e attivo 7 giorni su 7, dalle 8.00 alle 20.00. In alternativa c’è sempre il numero di emergenza 112.

Non presentarsi mai al Pronto Soccorso. La prassi, come detto, è quella di contattare il proprio medico di medicina generale per segnalare il rientro da una regione dove si sono registrati casi di contagio o se sono presenti sintomi (febbre, tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratoria). In alternativa c’è il Servizio Igiene e Sanità Pubblica del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria Locale territorialmente competente, a Lecce in Viale Don Minzoni, 8.

La cosa più importante è non farsi prendere dal panico, ingiustificato nonostante il numero dei casi in continuo amento. Al momento restano due i focolai: quello di  Codogno, nel lodigiano e quello di Vo’ Euganeo, in provincia di Padova. Nove, invece, le regioni coinvolte.



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