‘Cara Italia mia, questa sera ho deciso di omaggiarti così… seppur con gli occhi lucidi!
Italia mia, sei piena di difetti, ma sei maledettamente stupenda…
Italia mia, mi scoppia il cuore d’orgoglio quando qui in Svizzera devo presentarmi e non vedo l’ora di pronunciare queste frasi: “Ich bin Italienerin”, “Ich spreche italienisch”.
Sappi che, i tuoi connazionali non ti abbandoneranno mai!’
E poi ci sono loro. Gli Italiani che sono dovuti andare via dall’Italia per ‘cercare fortuna’, come si diceva decenni fa, o semplicemente per trovare un lavoro dignitoso come è giusto dire.
Ci sono loro, sparsi per il mondo e con il cuore in subbuglio per ciò che sentono, per quello che leggono. Già, perché sebbene ormai dinanzi al coronavirus anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di parlare di pandemia, l’immagine che circola è quella di un’Italia-focolaio d’Europa, incapace di rispondere ad un problema così grave che è invece dietro la porta di tutti.
Tanti i salentini sparpagliati che temono per i loro cari e per il loro Paese. Perché chi va via dall’Italia per colpa dell’Italia, in realtà non smette mai di sentirsi il tricolore cucito addosso, ovunque si sia.
Ce lo testimonia con le lacrime agli occhi Biancarosa, una donna di 29 anni, salentina di Andrano, da due anni a in Svizzera, a Lucerna.
Ha sentito un peso sul cuore davanti alle notizie che dipingono il Belpaese in ginocchio, con ospedali allo stremo, con il rischio di essere impotenti dinanzi al picco dei contagi atteso per i prossimi giorni. Ha indossato la sua felpa con la scritta Italia, ha acceso una lanterna ed è scesa in cortile per pensare in silenzio al suo Paese, al suo Salento, agli affetti lasciati in posti magici a pochi passi dal mare.
‘Italia mia, che ci stai combinando? Ci stai mettendo alla prova, eh?
Italia mia… sii forte e presto tornerai a risplendere. Italia mia, Salento mio a presto…
Lontana, lontanissima…ma con il cuore e la mente sempre lì, da te, Italia mia.
#IoRestoAcasa #ItaliaMia #AndràTuttoBene ❤’