«Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris». «Ricordati uomo, che polvere sei e polvere ritornerai» dice Dio ad Adamo dopo il peccato originale per ricordare che sulla terra siamo solo di passaggio. In passato, era questo passo tratto dal libro della Genesi a scandire il rito delle Ceneri ricavate bruciando i rametti di ulivo benedetti distribuiti la Domenica delle Palme e cosparse dal sacerdote sul capo dei fedeli alla fine del rito liturgico che si celebra in questo giorno di inizio di Quaresima.
L’ammonimento che ricorda la ‘fragilità’ della vita è stato sostituito, dopo il Concilio Vaticano II, con la formula «Convertitevi e credete al Vangelo» per sottolineare il cammino verso il Signore. Una strada “lunga e faticosa” che “a percorrerla non bastano i quaranta giorni, ma tutta una vita, di cui il tempo quaresimale vuole essere la riduzione in scala” come scriveva Don Tonino Bello.
Se Martedì grasso segna la fine del carnevale, con il mercoledì delle ceneri cominciano per i credenti i 40 giorni di penitenza che conducono al triduo pasquale. Chi ha fede dovrà seguire il digiuno e l’astinenza dalle carni (così come dovrebbe essere ogni venerdì di Quaresima fino al Venerdì Santo).
Quaranta: un numero pieno di significati nella Bibbia
40 è un numero simbolico che ricorre spesso nella Bibbia. Gesù passò 40 giorni nel deserto dopo il suo battesimo nel Giordano e prima di iniziare la sua predicazione. Furono 40 i giorni di digiuno e di tentazioni. Nell’Antico Testamento sono quaranta i giorni e le notti del diluvio universale, quaranta i giorni passati da Mosè sul monte Sinai, quaranta gli anni in cui il popolo di Israele peregrina nel deserto prima di giungere alla Terra Promessa, quaranta i giorni di cammino del profeta Elia per giungere al monte Oreb, quaranta i giorni che Dio concede a Ninive per convertirsi dopo la predicazione di Giona.
Non ci sono solo le pratiche tradizionali del digiuno, dell’elemosina e della preghiera, ma sono ancora tante le persone che, in questo periodo, rispettano i «fioretti», piccole rinunce quotidiane.