Coronavirus, angeli in prima linea: il racconto di una infermiera

“La nostra divisa non avrà mai stellette o gradi da esibire. Non esporrà medaglie né riconoscimenti… Solo un adesivo con su scritto infermiere”.

Ore 5:45. Suona la sveglia, ma tanto tu sei già sveglia perché non sei riuscita a dormire. Gli occhi sono gonfi e allora cerchi di nasconderli con un po’ di trucco…parti da sola perché è giustamente vietato viaggiare con più passeggeri. Niente colleghi con cui chiacchierare e dividere le spese…

Entri in rianimazione e ti vesti come un’astronauta, neanche un millimetro della tua pelle deve rimanere scoperto. Gli occhiali, la maschera e il casco ti aderiscono così forte sul viso che fatichi a respirare. Il naso è schiacciato e fa male, ma non puoi farci niente.

Passano le ore, sei sudata, molto sudata. Una battuta con la collega e continui a fare il tuo lavoro. Finalmente arriva il cambio e puoi togliere tutto. Ti guardi allo specchio e la tua faccia è invecchiata di dieci anni perché ti hanno lasciato il segno…

La nostra divisa non avrà mai stellette o gradi da esibire. Non esporrà medaglie né riconoscimenti… Rimarrà semplicemente così, con un adesivo con su scritto infermiere.



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