Xylella fastidiosa, la Corte di giustizia Ue condanna l’Italia: “ritardi e mancanze nella lotta al batterio”

Non ha fatto abbastanza per impedire la diffusione della Xylella fastidiosa: la Corte di Giustizia UE condanna l’Italia per inadempimento.

La xylella fastidiosa, oltre ad aver condannato a morte centinaia di ulivi cambiando il volto delle campagne del Salento, trasformate in cimiteri a cielo aperto di alberi secchi, ci costa anche una bacchettata dall’Europa. Molto di più di una “bacchettata”, una vera e propria condanna per primo inadempimento che prevede (per ora) solo il pagamento delle spese processuali.

La Corte di Giustizie dell’UE, l’organo che ha il compito di garantire che i paesi e le istituzioni dell’Unione rispettino la normativa comunitaria, ha puntato il dito contro l’Italia, colpevole di non aver rispettato l’obbligo che le era stato imposto di attuare tutte misure necessarie per contenere e impedire la diffusione del batterio.

Insomma, il Belpaese non avrebbe fatto nulla né per eradicare le piante infette, ma anche tutti gli alberi vicini, quelli che rientravano nel raggio di 100 metri di distanza da quelli contagiati. Più o meno la ‘distanza’ che può percorrere, la sputacchina, vettore del batterio, in una dozzina di giorni. E non avrebbe rispettato le misure di contenimento del batterio responsabile del disseccamento rapido dell’olivo per impedire che si diffonda. Come? Con il monitoraggio del territorio interessato, tramite ispezioni, e con l’abbattimento immediato delle sole piante infette in una fascia di 20 chilometri nelle province di Brindisi e di Taranto.

Nel 2018 la Commissione ha fatto ricorso contro l’Italia, accusata di essere inadempiente. Oggi la Corte ha dato ragione all’accusa.

Respinta, invece, la richiesta della Commissione di dichiarare un inadempimento generale dell’Italia per non aver rimosso la Xylella (per cui, lo sappiamo bene, non c’è cura). L’iter proseguirà e probabilmente arriveranno altre sanzioni, ben più pesanti.

Una bella grana per il nuovo ministro delle Politiche Agricole e Forestali, Teresa Bellanova.



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