Cris a Poggiardo è stato il promotore di un importante incontro che ha proposto un confronto su cultura e bellezza, valori intesi come unica e vera ancora di salvezza per trovare scampo in quel mare di violenza che oggi sembra travolgere la nostra società. Una mano tesa ai giovani ma anche agli adulti che hanno perso di vista i punti fermi dei processi educativi.
L’iniziativa
Un appuntamento interessante sotto tutti i profili, quello di oggi, organizzato dal Centro Ricerche Istruzione e Sviluppo di Poggiardo, in coerenza con la filosofia dell’istituto che mette i giovani al centro di ogni iniziativa. Ed è stato dedicato soprattutto ai giovani studenti del Cris oltreché della Scuola Media di Poggiardo, dell’Istituto Alberghiero di Santa Cesarea, del Liceo Artistico di Poggiardo e del Liceo Scientifico Stampacchia di Tricase, l’evento che ha posto domande e cercato risposte intorno ad una tematica diventata in questi giorni di drammatica attualità.
Ospiti autorevoli della Cittadella Universitaria, Vera Slepoj e Stefano Zecchi, presenti a Poggiardo per dibattere il tema di un incontro voluto dal Comitato Scientifico e da Sandro Tramacere, presidente del Cris:
“La Cultura della bellezza come antidoto alla violenza”
Sull’argomento sono intervenuti anche i professori Roberto Muci, Donato Malerba, Alba Jacomella e l’avvocato Vincenzo Scarpello.
Le interviste
Leccenews24 ha incontrato Vera Slepoj e Stefano Zecchi a margine di un incontro che possiamo definire stimolante e costruttivo.

Professoressa Slepoj, dal suo intervento abbiamo dedotto che per aiutare i ragazzi a crescere bene serve uno stile genitoriale più autorevole.
R. Si, è così. I genitori possono aiutare i figli, iniziando intanto a capire che un figlio non è un bambolotto con cui giocherellare per tutta la vita, nato solo per gratificare le proprie necessità affettive; serve una maggiore responsabilità, bisogna che i genitori escano dal ruolo di figli, diventino adulti e inizino a costruire un rapporto sano con i propri figli, un rapporto che non può essere fatto di soli “sì”. Se mancano questi passaggi diventa tutto difficile. Saper dare delle regole è una condizione necessaria e imprescindibile per fare di un figlio un individuo responsabile.
Professore Zecchi, quale cultura e quale bellezza possono sostenere i giovani i una fase di crescita consapevole?
R. Ciò che serve intanto è un’educazione al rispetto della bellezza e un’educazione estetica che consenta ai più giovani quali siano le realtà culturali che hanno stabilito e definito quella che è, appunto, la nostra tradizione culturale. È importante fare di questo progetto educativo, non un qualcosa di estemporaneo ma un percorso per predisporre una base solida che consenta di vivere quotidianamente il valore della bellezza. Ecco, questo è possibile quando si vive non in modo rapsodico il valore della bellezza. Sicuramente attraverso il bello c’è il rispetto dell’altro, il rispetto della storia che ci appartiene, il rispetto della natura e delle persone che ci stanno attorno.
Lei, professore Zecchi, nel suo “Paradiso Occidente” ci invita a una riflessione sul destino della nostra civiltà e dei suoi valori. C’è una possibilità di salvezza dalla decadenza a cui sembra destinata questa società?
R. Certo è tutto ancora possibile. Servirà però un nuovo Umanesimo.
