Cultura, la denuncia di Adoc: «Lecce puè² fare di più»

Lecce. L’associazione che si batte per la difesa e l’orientamento dei consumatori scrive una nota in cui denuncia la scarsa attenzione alla cultura che c’è¨ nel capoluogo salentino

Dopo una segnalazione ricevuta da alcuni Erasmus che studiano nel capoluogo salentino, l'Associazione che si batte per i diritti dei consumatori, scrive una nota in cui sottolinea la situazione sconfortante delle mediateche salentine

La città di Lecce è dotata di un notevole patrimonio librario, contenuto nelle sue  belle biblioteche. Nel 1863 veniva fondata la storica Biblioteca Provinciale che è un vero scrigno di sapere con i suoi 117.000 volumi, 275 pergamene, 486 manoscritti, 31 incunaboli, 435 edizioni del XVI secolo. La città ospita anche la Biblioteca Francescana “Caracciolo”, fondata negli anni 60 e che raccoglie quasi 80.000 volumi e ovviamente la Biblioteca dell’Università fondata nel 1955 con un vasto patrimonio librario.

Ma veniamo alle dolenti note, a partire dal fatto che la città di Lecce non ha una biblioteca comunale, né tantomeno biblioteche di quartiere, a differenza di molte altre città italiane medio-piccole.

Questa è la denuncia che arriva dall’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori (Adoc), che, dopo le segnalazioni di alcuni studenti Erasmus, scrive in una nota: “siamo andati a fare un giro per le mediateche, contenitori culturali dove vengono raccolte produzioni multimediali su vari supporti: videocassette, CD, DVD, pellicole cinematografiche, disponibili per la fruizione in loco o per il prestito. Ci siamo posti nell’ottica di un cittadino comune per sapere se è possibile a Lecce fare un prestito di un grande capolavoro del neorealismo o un documentario degli anni 60 sul tarantismo. Ebbene, Lecce teoricamente è dotata di ben due mediateche: una allocata vicino le Officine Cantelmo in Corte dei Mesagnesi e una provinciale, allocata al terzo piano della Biblioteca Provinciale presso il Collegio Argento. Recandoci presso la prima, una struttura nuovissima inaugurata dal Sindaco nel 2011, abbiamo chiesto di visitare la mediateca e abbiamo notato che la sala ad essa destinata è stata trasformata in aula per la formazione e le moderne apparecchiature per la fruizione erano ammassate disordinatamente. Sebbene vi siano dei DVD visibili in alcuni scaffali chiusi, non vi è personale addetto competente e né in loco né sul sito è disponibile alcun catalogo. Non vi è alcun regolamento per la fruizione e nessuno sapeva se fosse necessario fare una tessera, se la fruizione fosse indirizzata ai soli studenti o fosse aperta ad ogni cittadino. Anche la richiesta di ricevere il catalogo per posta elettronica è rimasta inevasa. Ci è stato detto che il personale addetto è costituito da “collaborazioni studentesche” (le cosiddette “150 ore”) e quindi il servizio è discontinuo ed estemporaneo”.

Adoc, poi, rincara la dose: “Presso la seconda mediateca, l’esperienza è stata persino peggiore. Recandoci abbiamo potuto vedere che esistono varie postazioni per la navigazione internet (su vecchi pc), ma nessun DVD o VHS in vista. Ci è stato detto che esisterebbe un nucleo di circa 300 titoli, che sarebbero nei stipati nei depositi, ma di essi non esiste alcun catalogo o elenco. Non è possibile quindi sapere quali siano e quindi è impossibile la visione in loco o il prestito”.

L’associazione che va a difesa dei consumatori, infine, scrive: “A questo punto urge una riflessione. E’ degno di una città che aspira a qualificarsi come un punto di riferimento culturale continentale quello di gestire in questa maniera le mediateche? Che servizio offre la città ai cittadini e agli studenti italiani e stranieri che la abitano quotidianamente? Ci piacerebbe ottenere una risposta da coloro che hanno la responsabilità di gestire questo patrimonio in nome e per conto della collettività.