La Puglia si consacra una delle migliori regioni del Mezzogiorno in termini di innovazione: lo fa grazie alle 698 startup emerse dal monitoraggio del 2022. Seconda solo alla Campania, e ottava a livello nazionale con il 4,75%, la nostra regione è passata dalle 639 startup del 2021 alle 698 del 2022.
Questi sono i dati pubblicati sul portale della Regione Puglia, tratti dal report a cura Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Dati in crescita per una regione che, anche in un periodo di crisi come questo, non intende nascondere la propria alacrità e dinamicità. Una voglia di crescita che spicca in modo particolare quando l’innovazione si combina con il mondo femminile. È questo il binomio che, secondo i dati elaborati da InfoCamere, premia maggiormente il mondo delle imprese pugliesi, grazie alle 103 startup innovative che in Puglia sono gestite da donne e che rappresentano il 5,15% del totale su suolo nazionale, nonché il 14,8% di quelle regionali.
Un aumento che è da considerarsi una sorta di risvolto positivo dell’intervallo pandemico: da settembre 2019 le imprese femminili pugliesi sono aumentate del 45,6%, incremento che fa piazzare la nostra regione nella top five italiana.
In generale, le aziende capitanate da donne sono superiori alla media nazionale. In Puglia sono infatti 89.374 le imprese femminili, un numero corrispondente a un tasso del 23,16% contro quello del 22,18% nazionale.
Numeri non ancora di spicco, ma la cui crescita denota lo sviluppo di una precisa tendenza a una maggiore inclusività del mercato. Una circostanza nuova per molti settori e invece già sperimentata da alcuni altri.
Questo secondo caso è rappresentato dalle piattaforme di gioco disponibili in Italia e dai produttori dei titoli di gioco che le stesse mettono a disposizione.
La presenza femminile in queste aziende è, infatti, ormai più che sdoganata oltre che promossa come valore fondante dagli organi direttivi.
Per portare alcuni esempi, il colosso nostrano Snaitech, nell’ultimo bilancio di sostenibilità presentato, ha riportato che la partecipazione femminile nel suo team è pari al 48%, bilanciamento che garantisce gruppi di lavoro variegati ed eterogenei, con un potenziale di alto calibro. L’azienda, d’altronde, ha sposato la causa dell’integrazione e dell’uguaglianza, promuovendo iniziative in partnership con associazioni all’interno dell’impresa, nonché incrementando la formazione in materia, nell’ottica di uno sviluppo del capitale umano.
Sulla stessa scia è anche Novomatic Italia, la divisione nostrana del produttore di giochi austriaco famoso in tutto il mondo. La direttrice vendite Ombretta Di Monte ha infatti affermato che nelle sedi Novomatic la presenza femminile raggiunge il 53%, dato che sale al 57% se si estende alle 250 sale retail della penisola. L’idea dell’azienda è quella di sdoganare il preconcetto secondo cui esisterebbero lavori da donna e lavori da uomo, adottando una visione generale del mondo del lavoro e la valorizzazione della singola persona a prescindere dal genere. Per questo, vengono offerte le stesse possibilità a personale femminile e maschile e talvolta si raggiunge addirittura la predominanza femminile.
Un futuro scevro da pregiudizi e limitazioni è quindi quello che si staglia all’orizzonte, con l’obiettivo unico, e trasversale ai diversi generi, di una crescita dell’economia del nostro Paese.