A Lecce è possibile anche questo. È possibile che si possa protestare in merito allo stesso provvedimento – sia contro che a favore – nello stesso luogo.
Anziché dare location diverse per consentire l’espressione autorizzata della propria legittima posizione, è accaduto che i sostenitori del Decreto Scalfarotto e i suoi avversari si siano trovati a manifestare nello stesso luogo. Logico lo scontro – che fortunatamente non è degenerato – ma che comunque ha rovinato le ragioni stesse del trovarsi insieme per rendere pubblico il proprio pensiero, quale esso sia.
Oggetto del contendere tra le opposte fazioni il Decreto Scalfarotto che, appunto, In questi giorni arriva in discussione in Parlamento e si prefigge di combattere l’omofobia e la transfobia, estendendo in buona sostanza la legge Mancino-Reale sulle discriminazioni etniche, razziali e religiose ad atti motivati da omofobia e transfobia.
I promotori e i sostenitori della legge ritengono che finalmente l’ordinamento giuridico italiano si adegui alle più civili e democratiche nazioni straniere, e non ci sarà alcuna limitazione nella libertà di esprimere le proprie opinioni.
Chi avversa quel decreto, alcuni giuristi ed alcune associazioni assolutamente contrari all’approvazione di quella legge pensano invece che essa violi il diritto di opinione e sia propedeutica ad azzerare e zittire eventuali opposizioni a leggi quali quella del matrimonio tra persone dello stesso sesso o all’adozione per le stesse.
Siamo difronte insomma ad una visione diametralmente opposta della realtà. Nessuno probabilmente convincerà l’altro, ma tutti hanno il dovere di informare e di essere informati sul tema per costruire il proprio modo di vedere la realtà e prendere una posizione.
Episodi come quelli accaduti sabato scorso vanno nella direzione opposta, quella di creare acritica confusione.
Riteniamo pertanto doveroso fornire le versioni dell’accaduto per come ci sono state raccontate dai protagonisti in ordine di arrivo in redazione.
COMUNICATO STAMPA SENTINELLE IN PIEDI
Sentinelle in piedi ha organizzato per sabato 31 maggio alle 19 a Lecce, nel piazzale antistante il Palazzo dei Celestini, una veglia silenziosa, sulla scia di altre svolte in tante città italiane, per richiamare l’attenzione sul carattere liberticida del “d.d.l. Scalfarotto”. Già dall’inizio erano presenti circa 150 persone, in larga parte giovani e famiglie, che – come è d’uso –, dopo una breve introduzione della portavoce, sono rimasti in piedi per un’ora a distanza di circa un metro l’una dall’altra intente a leggere un libro, fino alla conclusione, altrettanto breve, della portavoce. La manifestazione è stata comunicata, come per legge, alla Questura il 23 aprile e il 6 maggio, mentre il 28 maggio le organizzatrici hanno chiesto, sempre alla Questura, impegno per garantirne lo svolgimento pacifico.
Fin dall’avvio un gruppo di oltre cinquanta attivisti di associazioni LGBT, intervenuti anche da fuori città, in modo preordinato e coordinato, hanno scatenato una gazzarra che è durata per tutta la veglia: con urla e slogan ritmati hanno impedito che si ascoltassero le comunicazioni all’inizio e alla fine; hanno molestato i singoli “veglianti” mettendosi di volta in volta in 6-7 attorno a ciascuno di essi e dileggiandoli; hanno esposto striscioni arcobaleno e palloncini, facendoli passare sulla testa dei “veglianti”; hanno letto ad alta voce alcuni dei titoli dei libri portati dai veglianti, prendendoli in giro.
Come Sentinelle in piedi, ringraziamo gli attivisti LGBT per quanto hanno fatto ieri sera a Lecce: hanno confermato nel modo più evidente il loro tratto intollerante e intimidatorio, in linea col carattere liberticida del d.d.l. Scalfarotto. Quest’ultimo manderà in carcere chiunque sostiene che un bambino cresce meglio con un madre e una padre; i sostenitori del d.d.l. lo applicano prima che sia approvato, impedendo perfino una manifestazione silenziosa contro di esso.
Ringraziamo la Questura di Lecce: la mancata tutela del diritto di manifestare pacificamente, nonostante fossero state rispettate tutte le regole per esercitarlo, ha permesso agli attivisti LGBT di mostrarsi per quello che sono.
Ringraziamo infine – questa volta veramente e di cuore – tutti coloro che, partecipando alla veglia, hanno avuto la pazienza e la forza di non raccogliere nessuna provocazione. Quando in futuro a Lecce ci saranno manifestazioni LGBT, siamo certi che la Questura ne garantirà nel modo più adeguato lo svolgimento senza disturbi, come è giusto che sia. Nel confronto con quanto lasciato accadere ieri, sarà l’ennesima prova che la discriminazione c’è, ma in danno delle ragioni della famiglia. (Lecce, 1 giugno 2014)
COMUNICATO STAMPA LEA LGBT
Sabato 31 maggio si è tenuta a Lecce, come già altrove, sullo spazio antistante la Prefettura la "veglia" delle "Sentinelle in piedi", un movimento auto-dichiaratosi apartitico e aconfessionale che si pone in netto contrasto contro i provvedimenti legislativi che mirano a combattere la discriminazione verso le persone omosessuali e transessuali e a riconoscere le unioni anche tra cittadini dello stesso sesso. Nello stesso piazzale, in contemporanea alla manifestazione, le associazioni Arcigay Salento “La Terra di Oz”, LeA- Liberamente e Apertamente, Agedo Lecce (Associazione di Genitori di Omosessuali), e un insieme di altre associazioni, movimenti e persone a favore dei diritti delle persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) hanno organizzato una colorata testimonianza di dissenso dai caratteri giocosi e pacifici, sventolando palloncini, cartelloni e bandiere arcobaleno e scattandosi fotografie o “SELFIEnelle”. Lo scopo era quello di fare una corretta informazione ai cittadini, integrando tramite diffusione di volantini quella che a parole era una rivendicazione della libertà di espressione ma di fatto è stata una manifestazione di contrasto ad una legge che protegga dalle discriminazioni la comunità LGBT e che garantisca pari diritti civili per tutti, compresa la possibilità di matrimonio e adozione per le coppie dello stesso sesso.
Tuttavia, gli organizzatori della veglia leccese sembrano aver ignorato che le contestazioni alle veglie si sono svolte anche in altre città italiane, con diverse modalità, e hanno reagito generando un caos mediatico che non era mai avvenuto prima di oggi. In particolare, la loro nota diffusa a mezzo stampa denuncia, non senza ironia, gli attivisti che «hanno molestato i singoli 'veglianti' […] [confermando] nel modo più evidente il loro tratto intollerante e intimidatorio.»
Arcigay Salento “La Terra di Oz”, LeA- Liberamente e Apertamente e Agedo Lecce tengono pertanto a precisare che molte delle informazioni diffuse sono state riproposte con dettagli inesistenti e aggiungendo particolari erronei e incoerenti. La modalità dell'azione scelta è stata quella del disturbo per smuovere le menti e le coscienze innanzitutto dei partecipanti alla veglia, molti dei quali – soprattutto i più giovani – hanno rotto lo schema del silenzio e hanno cercato il confronto. La manifestazione si è svolta in un clima pacifico, senza episodi di violenza e scontro, assolutamente non voluti né ricercati da parte di tutte le associazioni partecipanti, in linea con lo spirito che le ha mosse.
«La nostra presenza non è stata “illecita” dal momento che in quello spazio e a quell'ora si sapeva formalmente che si sarebbe tenuto un flash mob.» ha specificato Roberto De Mitry, presidente di Arcigay Salento “La Terra di Oz” «Non si è fatto nulla al di fuori di quello consentito dalla legge. La manifestazione era sotto la Prefettura e in presenza di forze dell'ordine, se si fosse violata la legge, semplicemente ci sarebbero state conseguenze legali per chi testimoniava il dissenso.»
«Promotrice della veglia delle “Sentinelle in piedi” si è fatta un'associazione che ha fra i suoi maggiori esponenti un noto personaggio politico salentino.» ha dichiarato Gaia Barletta, presidente di LeA-Liberamente e Apertamente. «Viene quindi a cadere la loro connotazione aconfessionale e apolitica, tratto distintivo del loro movimento che tendono a ribadire in ogni comunicazione. Capiamo quindi come mai ieri sono arrivate subito le manifestazioni di solidarietà alle sentinelle da parte di esponenti politici.»
Iniziative simili sono utili a tutelare la corretta informazione ai cittadini in una società ancora troppo incentrata sulle intolleranze e sulla negazione di diritti in attesa di riconoscimento.
Non si comprende perché, quando si applica il dissenso verso la comunità LGBT tutto vada bene, poi invece se si fa l'esatto opposto si diventa improvvisamente sovversivi. (Lecce, 2 giugno 2014)