“Dietro le porte di Lecce”: le comunità etniche e religiose della città in una mostra fotografica al Must

Si intitola “Dietro le porte di Lecce” la mostra fotografica del giornalista Andrea Gabellone che sarà inaugurata alle ore 18 di domenica 17 dicembre, all’interno della Sala 3 del Must, il Museo Storico della città capoluogo.

La mostra fotografica, intitolata “Dietro le porte di Lecce”, del giornalista Andrea Gabellone, sarà inaugurata domani alle ore 18.00, fino al 14 gennaio, dalle ore 10.00 alle ore 13.30, all’interno della Sala 3 del Must, il Museo Storico della città capoluogo.

Il reportage

Il reportage fotografico ha come protagoniste diverse comunità etniche e religiose di Lecce. Racconta una realtà, ormai sconosciuta ai residenti, evidenziando, da un lato, la ricchezza e la pluralità delle culture che abitano nella città barocca, dall’altro i disagi che, talvolta, queste comunità si trovano ad affrontare non potendo contare su luoghi adeguati, per spazio e decoro, alle loro funzioni religiose. La mostra conta quaranta scatti scelti.

L’iniziativa nasce in collaborazione con il patrocinio del Comune, della Provincia di Lecce e il sostegno di Axa Cultura e del progetto S.P.R.A.R. “Il Salento accoglie Lecce” gestito dall’A.T.S. G.U.S. L’Arcobaleno.

Lecce e l’integrazione

Lecce è davvero città di integrazione? Esiste integrazione senza conoscere l’altro? Sono queste alcune delle domande alle quali il giornalista ha provato a rispondere nella realizzazione del reportage che mira ad aprire “le porte” di Lecce ai leccesi in un momento in cui, in tutto il Paese, si dibatte sul perimetro entro il quale l’integrazione può e deve avvenire, nella condivisione di diritti, doveri, spazi e, qualche volta, destini.

Questo e altri eventi sono azioni di un percorso di sensibilizzazione, lungo e tortuoso, che dovrà condurre ad una reale inclusione sociale, in cui non bisogna annullare le differenze, non è necessario adattarsi all’altro e subire un processo di acculturazione e di inglobamento all’interno di una cultura dominante, ma è necessario trovare un proprio spazio vitale e di espressione delle proprie peculiarità all’interno di un sistema di riferimento che non cancella le diversità, ma le esalta e le ricompone in un quadro multiforme e ricco.

di Serena Pacella Coluccia



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