Vacanze finite, per molti studenti l’anno scolastico avrà inizio domani, lunedì 11 settembre. E quest’ anno la polemica di rito non sarà sull’opportunità o meno di ritardare il rientro dietro ai banchi, adducendo l’incombente coda metereologica dell’ estate. No, quest’ anno il problema che si staglia all’ orizzonte è ben più importante. Tra dodici mesi il tanto vituperato dimensionamento scolastico (previsto dapprima dalla legge 197/2022 e successivamente disciplinato con il decreto 127 del 30 giugno 2023) sarà già operativo. Meno alunni, meno sedi scolastiche autonome. Questo il principio E proprio queste settimane potrebbero essere decisive per capire quali scuole perderanno l’autonomia nel prossimo anno e quali la conserveranno.
Le cause sono da ricercarsi nel decremento demografico e dunque, come detto, nella diminuzione degli alunni. Le indicazioni europee sono di conseguenza prescrittive: nell’ambito del Pnrr e dei soldi che si sono dati all’ Italia è stato chiesto di adeguare la rete scolastica all’andamento demografico. Il rischio che la scuola eroghi meno servizi per tutti è dietro l’angolo, malgrado le rassicurazioni delle istituzioni.
L’intervento di Cisl Scuola Lecce
Dando un giudizio negativo su tutta l’impostazione che sta assumendo la questione anche a livello territoriale, forte arriva il monito con il quale interviene sul tema il Segretario Generale di Cisl Scuola Lecce, Gerardo Maestoso: ‘Non si possono sostenere o avallare modelli di razionalizzazione della rete scolastica basata solo su numeri e senza considerare che dietro quei numeri vi sono persone, molte volte facenti parte di famiglie monoreddito. Noi pensiamo che la scelta migliore non possa essere quella ragionieristica della riduzione delle istituzioni scolastiche solo per logiche di abbattimento della spesa pubblica. Non è questo il modo migliore di affrontare il problema. Auspichiamo che la Corte Costituzionale, cui è stato demandato il giudizio di conformità costituzionale, si esprima nei termini indicati secondo quanto prescritto dalla legge costituzionale n.3 del 2001, sulla riforma del Titolo V’.
Secondo la Cisl Scuola salentina piuttosto che pensare ai tagli si sarebbe dovuto pensare al rafforzamento delle politiche contro la dispersione scolastica (visti i numeri con cui abbiamo a che fare anche nel Salento), al sostegno delle famiglie degli alunni con bisogni educativi speciali, alla risoluzione dell’ atavico problema delle cosiddette classi pollaio, ad una maggiore attenzione verso le specificità territoriali. Sembra, invece, che il dimensionamento passi da criteri eminentemente numerici che non dovrebbero guardare in faccia a nessuno. Ma noi siamo meridionali, della flessibilità facciamo un vanto e chissà che quella flessibilità decisionale non venga utilizzata nelle segrete stanze in cui si deciderà dove tagliare e dove no, attraverso il ricorso a vecchi criteri. I soliti…