Musica ‘spenta’ fino al 2021, discoteche e locali ‘dimenticati’ dal Governo. Gli imprenditori ricorrono al Tar

Davanti all’ipotesi, paventata dal Governo, di riaprire non prima di marzo 2021, molti gestori del settore hanno deciso, tramite l’Associazione Giustitalia, di impugnare il Decreto

Sarà un’estate senza discoteche? Gli operatori del settore – che vanta 2.500 imprese, 50mila dipendenti e un fatturato complessivo, per il 2019, di circa 5 milioni di euro – chiedono una risposta. Sentono di essere stati dimenticati dal Governo e l’ipotesi di riaprire le sale da ballo non prima di marzo 2021 spaventa gli imprenditori che, senza il Coronavirus, avrebbero accolto a suon di musica mezzo milione di italiani , di ogni fascia di età (giovani e meno giovani), che con la bella stagione ormai alle porte avrebbero animato la pista.

Il ‘mondo della notte’ chiede di poter ricominciare, rispettando le regole.  Finché non ci sarà un vaccino, bisogna convivere con questo virus senza mai abbassare la guardia, ma bisogna ripartire. E le discoteche chiedono di non fermare la musica. Per questo, molti gestori hanno deciso, tramite l’Associazione Giustitalia, di impugnare davanti ai Giudici Amministrativi dei propri Tribunali Amministrativi Regionali (competenti territorialmente), il Decreto governativo che sembra aver dimenticato completamente questo settore. Il timore, per molti, è che quando questo ‘nemico invisibile’ sarà sconfitto, un terzo dei locali avrà chiuso, forse per sempre. Soprattutto se non ci sono aiuti di Stato.

«Chi esercita professionalmente attività imprenditoriale da ballo sono mesi che non ha entrate, deve (comunque) pagare gli affitti, i dipendenti, e ci sono famiglie che vivono su queste attività. E poi ci sono anche decine di migliaia di lavoratori stagionali che vivono di stipendi mensili ora azzerati: camerieri, dj, musicisti, addetti alla sicurezza, barman, personale dei locali, ballerini, imprese di spettacolo» si legge nella nota.

Tramite più ricorsi ai Tribunali Amministrativi Regionali, patrocinati dagli Avvocati dell’Associazione Giustitalia, gli imprenditori chiedono alla Magistratura amministrativa l’annullamento del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, nella parte in cui non prevede la riapertura delle discoteche e dei locali da ballo all’aperto, ovviamente con tutte le dovute precauzioni sanitarie, in primis  l’obbligo di indossare la mascherina anche mentre si balla.

C’è anche un altro aspetto, non di poco conto, che dovrebbe essere considerato. Prevedere una riapertura così lontana nel tempo, significa privare al popolo della notte di quei luoghi  che  possono essere messi in sicurezza e controllati dalle Forze dell’Ordine. Questo, di conseguenza, potrebbe comportare il rischio concreto di “aggregazioni selvagge ed abusive” (soprattutto da parte dei ragazzi) in luoghi privati improvvisati senza alcuna sicurezza sanitaria e senza alcuna vigilanza.

Anche Flavio Briatore, in una intervista, ha acceso i riflettori su questo aspetto. « Se non riapriamo le discoteche, la gente troverà un altro modo per divertirsi. Se le discoteche restano chiuse, i ragazzi non andranno certo a dormire alle nove di sera. Andranno nelle case degli altri, si ubriacheranno, si lasceranno andare e si infetteranno, infettando poi i loro parenti una volta tornati nelle proprie abitazioni. Sarebbe disastroso. Allora sarebbe molto più intelligente farli andare in una discoteca e controllarli a dovere, seguendo tutti i protocolli».



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