Palme e ramoscelli d’ulivo oggi sventolano nelle mani dei fedeli. O forse no. L’immagine riporta all’anno scorso forse, quando non vi era un batterio a fare paura.
Oggi, domenica delle Palme, la chiesa cattolica celebra l’entrata di Gesù a Gerusalemme, osannato come il Messia. Poi il Vangelo racconta come le vicende si sono articolate, in realtà, fino a portare alla morte del Cristo.
Oggi, non sono stati pochi i sacerdoti che, in penuria di simboli tradizionali da benedire, hanno invitato i fedeli a portare in chiesa anche solo un fiore, un simbolo dove far posare l’Acqua Santa, nella convinzione che non vada mischiato il Sacro con il profano, visto che – ci hanno insegnato – i ramoscelli d’ulivo o le palme non vanno esposti nelle case in bella mostra insieme a corni e amuleti scaccia guai di vario genere.
Oggi è il tempo della xylella fastidiosa, il batterio ritenuto responsabile del disseccamento degli ulivi e che, proveniente dall’America del Sud, sarebbe arrivato fino a noi secondo circostanze talmente oscure da indurre la Procura della Repubblica di Lecce ad aprire un fascicolo di indagine.
Le vicende le conosciamo ormai: come ricorda anche Giovanni D’Agata dello Sportello dei Diritti, una serie di atti governativi e determine regionali prevedono l’attuazione obbligatoria di espianti e misure fitosanitarie per il controllo e l’eradicazione della Xylella fastidiosa e per la lotta agli insetti vettori nei comuni della Provincia di Lecce, e in alcuni comuni delle provincie di Brindisi e Taranto. Tutto questo avviene nonostante l’audit della Commissione Europea (2014) evidenzi la presenza di funghi (presenti in ognuno degli alberi analizzati) quali possibili cause del disseccamento e diversi casi (sempre in Salento) mostrino come negli ulivi curati dai suddetti funghi la malattia sia arretrata e le piante rinate.
Se il Piano fosse attuato sarebbe una strage di piante eliminate tra olivi, macchia mediterranea e flora spontanea, senza considerare gli insetti impollinatori come le api che morirebbero e i danni che i pesticidi causerebbero all’ambiente – tra cui l’inquinamento delle falde acquifere – e alla salute pubblica già minata da centinaia di sostanze tossiche, oltre ai danni all’economia agricola.
Da qui l’appello dei Missionari e Laici Comboniani di Lecce che invitano ad un maggiore coinvolgimento della gente nella conoscenza di cause e conseguenze riguardo alla lotta al virus degli ulivi.
“Vogliamo concludere questo appello – scrivono – con quanto ci hanno insegnato le nostre sorelle e fratelli indigeni d’America e con quanto detto ai coltivatori diretti a gennaio da Papa Francesco: <
Sì può sottoscrivere l’appello inviando un’email a [email protected].