Tra canti e rami d’ulivo, la Domenica delle Palme apre il tempo del silenzio e della preghiera

La Domenica delle Palme anticipa la Settimana Santa che è ricca di eventi religiosi e porterà alla Domenica di Pasqua. Nel Salento tanti i simboli e le tradizioni legate alla giornata di oggi

La Domenica delle Palme deve il suo nome al racconto della processione che si è svolta a Gerusalemme in occasione dell’ingresso di Gesù nella città per andare incontro alla morte. Come raccontano i Vangeli, Cristo scese dal “Monte degli Ulivi” in groppa ad un’asinella e venne accolto da una folla festante che agitava rami e fronde prese dai campi, in segno di lode.

Acclamato come si faceva solo con i re, ma senza il cavallo, in segno di umiltà. Lo aveva detto il profeta Zaccaria: Gesù è un re diverso, non arriva con armi o insegne di potere, non impone tributi. Al contrario, sceglie di essere trasportato dall’animale più servizievole, che è sempre accanto alla gente che lavora.

La data di questa ricorrenza, che cambia di anno in anno perché legata alla Pasqua, è molto importante perché dà inizio alla Settimana Santa che condurrà alla festività più importante del calendario cristiano. Con la Domenica delle Palme, però, non termina la Quaresima, la quale finisce invece il Giovedì Santo, giorno in cui prendono il via le celebrazioni del Triduo Pasquale.

La festa ebraica di Sukkot

L’episodio rimanda alla celebrazione della festività ebraica di Sukkot, la “festa delle Capanne”, quando i fedeli arrivavano in massa in pellegrinaggio a Gerusalemme e salivano al tempio in processione. Ciascuno portava in mano e sventolava il lulav, un piccolo mazzetto composto dai rami di tre alberi: la palma, simbolo della fede, il mirto, simbolo della preghiera che s’innalza verso il cielo, e il salice, la cui forma delle foglie rimandava alla bocca chiusa dei fedeli, in silenzio di fronte a Dio, legati insieme con un filo d’erba (Lv. 23,40). Spesso attaccato al centro c’era anche una specie di cedro, l’etrog (il buon frutto che Israele unito rappresentava per il mondo).

Il cammino era ritmato dalle invocazioni di salvezza (Osanna, in ebraico Hoshana) in quella che col tempo divenuta una celebrazione corale della liberazione dall’Egitto: dopo il passaggio del mar Rosso, il popolo per quarant’anni era vissuto sotto delle tende, nelle capanne; secondo la tradizione, il Messia atteso si sarebbe manifestato proprio durante questa festa.

La domenica delle Palme in Salento

La Domenica delle Palme è colma di significati e simbolismi.Nella Grecìa Salentina, in particolare, mentre dal pulpito il prete leggeva e cantava in latino la Passione, la Morte e la Resurrezione di Cristo, per le strade la gente riproponeva lo stesso racconto cantato, ma in lingua greca.

Come raccontano testi antichi, in alcune zone del Salento, gruppi di tre persone intonavano per le vie il “Canto di Lazzaro” nel quale si ricordavano, attraverso anche una recitazione ritmica, gli episodi più significativi della vita di Gesù, sin dalla Nascita. I cantori reggevano tra le mani un grosso ramo di ulivo, decorato con immagini di santi e nastri colorati. La folla ascoltava in silenzio lo spettacolo che non durava molto poiché stava per iniziare la settimana Santa e, quindi, “la lingua non poteva più parlare, né la bocca cantare“. Prima di uscire di scena, i cantori chiedevano alle donne un’offerta in denaro o del cibo.

Tale usanza, ovviamente, si è persa nel tempo, ma viene raccontata e ricordata dagli anziani, oltre che spesso riproposta nei lavori dei più piccoli all’interno delle scuole.

Come vuole la buona tradizione contadina del Salento, una volta che nelle case arrivavano i nuovi ramoscelli d’ulivo benedetti, quelli dell’anno precedente non si gettavano via, ma venivano bruciati nel fuoco, spesso proprio nei campi, negli orti e nelle vigne dove i contadini li fissavano al centro dell’area coltivata, nell’ottica di rendere fertile il terreno e di propiziare un buon raccolto per la nuova stagione.

Ma non vogliamo soffermarci oltre anche perché ci si perderebbe nella notte dei tempi, tra tradizioni e folklore al limite tra il sacro e il profano.

La Domenica delle Palme apre la Settimana Santa, la Settimana del silenzio e della riflessione, che ha il suo culmine con la Passione e Morte di Gesù, fino alla Pasqua di Resurrezione.



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